I vincitori di Sanremo 2014
Arisa con "Controvento", Rocco Hunt, Cristiano De Andrè e i Perturbazione
La 64esima edizione del Festival di Sanremo è stata vinta da Arisa con la canzone Controvento; dietro di lei si sono piazzati Raphael Gualazzi & The Bloody Beetroots con la canzone Liberi o no e Renzo Rubino con Ora. Le tre canzoni finaliste sono state scelte – dal gruppo di tredici canzoni rimaste in gara nella serata finale – tramite un voto cumulativo che univa i voti di una giuria della stampa, una giuria di qualità e il televoto del pubblico. La classifica delle ultime tre canzoni finaliste invece è stata ottenuta unendo soltanto il voto espresso dal pubblico tramite televoto e quello della giuria di qualità, secondo questa distribuzione:
1) Arisa, Controvento: televoto 58%, giuria 42% (totale 50%)
2) Raphael Gualazzi, Liberi o no: televoto 23%, giuria 29% (totale 26%)
3) Renzo Rubino, Ora: televoto 19%, giuria 29% (totale 24%)
I premi per la sezione “Nuove proposte” erano stati assegnati a quattro finalisti durante la quarta serata, venerdì 21 febbraio, con lo stesso metodo utilizzato nella finale dei “Campioni” (televoto e giuria di qualità):
1) Rocco Hunt, Nu juorno buono: televoto 75%, giuria 11% (totale 43%)
2) Diodato, Babilonia: televoto 11%, giuria 47% (totale 29%)
3) Zibba, Senza di te: televoto 11%, giuria 19% (totale 15%)
4) The Niro, 1969: televoto 3%, giuria 23% (totale 13%)
Il premio della critica – intitolato a Mia Martini – è stato vinto con 42 voti su 112 da Cristiano De Andrè con la canzone Invisibili, mentre la canzone L’unica dei Perturbazione ha vinto con 31 voti il premio della sala stampa, intitolato a Lucio Dalla. Nella sezione “nuove proposte”, dedicata agli artisti emergenti, il cantante Zibba ha vinto sia il premio della critica che quello della sala stampa.
Nella classifica finale delle tredici canzoni dei “Campioni”, rimaste in gara nell’ultima serata, Francesco Renga ha ottenuto il quarto posto con la canzone Vivendo adesso e Noemi il quinto con Bagnati dal sole.
Cristiano De Andrè (Davide Spada/LaPresse)