Una stazione di polizia sull’Everest
In Nepal abbasseranno le tariffe per la scalata e, prevedendo un certo affollamento, apriranno una stazione di polizia (in passato ci sono già state risse tra scalatori al campo base)
Venerdì 21 febbraio una portavoce del ministro della Cultura e del Turismo del Nepal ha annunciato che a partire da aprile una speciale unità di polizia sarà impiegata in una stazione nel campo base dell’Everest, con l’obiettivo di garantire la sicurezza e impedire gli scontri tra scalatori. La necessità di un provvedimento simile era emersa già ad aprile dell’anno scorso, quando una rissa piuttosto violenta avvenne a più di 7 mila metri di altezza fra tre scalatori europei e un numeroso gruppo di sherpa, probabilmente provocata da una discussione riguardo al fissaggio delle funi sul versante che il gruppo stava scalando.
«In questo modo gli scalatori potranno avvisare i nostri ufficiali nel caso in cui ci fossero problemi, o anche soltanto per chiedere soccorso medico o altro», ha detto la portavoce del ministro della Cultura Madhusudan Burlakoti, aggiungendo che l’unità sarà formata da nove persone scelte tra le forze armate, e che servirà – oltre che a offrire assistenza e aiuto ai turisti – anche a tenere pulita la montagna e a segnalare e ribadire le regole che gli scalatori devono rispettare.
Secondo il Times of India, la rissa tra gli scalatori e le guide sherpa ad aprile 2013 scoppiò quando gli sherpa chiesero ai tre alpinisti europei di attendere al campo base mentre loro fissavano le funi sulla parete di ghiaccio che avrebbero dovuto scalare, e i tre rifiutarono dicendo che non avevano bisogno delle funi. Uno dei tre scalatori, l’inglese Jon Griffith, raccontò poi al Guardian che lo scontro fu molto violento e che a un certo punto lui e gli altri due scalatori – lo svizzero Ueli Steck e l’italiano Simone Moro – furono attaccati da circa un centinaio di guide sherpa, armati di pietre e coltelli.
Griffith disse che se non fosse stato per l’intervento di alcuni altri scalatori qualcuno sarebbe potuto restare ucciso: lui e gli altri due abbandonarono la scalata, e la polizia nepalese arrestò tre guide sherpa coinvolte nella rissa. In seguito alcune di loro sostennero che i tre alpinisti erano stati irrispettosi nei loro riguardi, versione in parte confermata dallo stesso Griffith quando disse al Guardian che uno dei tre aveva insultato uno sherpa (chiedendo poi scusa).
Nella prossima stagione primaverile è prevista una maggiore affluenza di scalatori da ogni parte del mondo e questo genere di incidenti potrebbero essere più frequenti. Il governo nepalese ha infatti annunciato nei giorni scorsi una riduzione della tariffa per la scalata dell’Everest, che in primavera scenderà dagli attuali 25 mila dollari a 11 mila dollari per scalata: sebbene si tratti ancora di una spesa piuttosto alta, scrive National Geographic, la notizia della riduzione potrebbe attrarre un maggiore numero di persone interessate a scalare la montagna più alta del mondo. Saranno anche annullati gli sconti finora previsti per i gruppi (un gruppo di 7 persone attualmente paga 70 mila dollari), per ridurre il rischio che tensioni e incomprensioni possano sorgere all’interno di gruppi molto numerosi formati da persone che magari si conoscono poco o nulla e che decidono di affrontare la scalata insieme soltanto per pagare di meno.
Secondo diversi addetti però il fatto che non ci saranno più tariffe scontate per i gruppi potrebbe comportare un’altra serie di rischi legati alla sicurezza della scalata in sé: molte persone potrebbero essere spinte ad affrontarla in gruppi poco numerosi o persino da sole, confidando troppo nelle proprie capacità e facendo a meno della collaborazione e del supporto di accompagnatori più esperti.
Il governo ha anche stabilito una riduzione del prezzo per gli scalatori nepalesi, che pagheranno 750 dollari per ottenere un’autorizzazione per le scalate in primavera. In Nepal si trovano otto delle 14 montagne più alte del mondo e – sebbene le tariffe per le scalate delle altre montagne siano significativamente più basse rispetto a quelle dell’Everest – il Nepal guadagna circa 3,3 milioni di dollari all’anno dalla vendita dei permessi per le scalate, e centinaia di guide turistiche e proprietari di alberghi dipendono da questo mercato.
Dalla prima scalata, compiuta dal neozelandese Edmund Hillary e dal nepalese Tenzing Norgay il 29 maggio 1953, più di 4 mila persone hanno tentato la scalata dell’Everest, e molti di loro hanno pagato fino a 50 mila dollari pur di averne la possibilità. I percorsi più utilizzati dagli scalatori sono due, quello della cresta nord-est e quella della cresta sud-est: la cresta nord-est parte in territorio tibetano ed è gestita dal governo cinese, e tra le due è la meno frequentata perché richiede più attrezzi e più esperienza, sebbene la scalata da lì costi circa un terzo di quanto costa dalla cresta sud-est nepalese.
foto: STR/AFP/Getty Images