Il processo a Oscar Pistorius
Inizia tra dieci giorni a Pretoria, l'atleta è accusato di omicidio premeditato della sua ragazza, un caso di cronaca che ha fatto molto discutere e che riporterà l'attenzione dei media sui problemi del Sudafrica
Il prossimo 3 marzo a Pretoria, la capitale amministrativa del Sudafrica, inizierà il processo in cui è imputato l’atleta Oscar Pistorius per l’omicidio della sua ragazza, la modella Reeva Steenkamp. Giornali e televisioni saranno presenti per assistere a uno dei casi giudiziari più discussi degli ultimi tempi, soprattutto perché coinvolge una persona molto celebre. Pistorius ha ammesso di avere sparato verso la sua ragazza il 14 febbraio del 2013, ma di averlo fatto per sbaglio attraverso la porta chiusa del proprio bagno di casa, temendo che fosse entrato qualche malintenzionato nell’abitazione. L’accusa la pensa diversamente e l’ha accusato di omicidio premeditato.
Oscar Pistorius è nato nel 1986 in Sudafrica con una malattia congenita ad entrambe le gambe, che gli furono amputate prima di compiere un anno. Nonostante ciò, ha sempre praticato sport: iniziò a 11 anni giocando a rugby, continuando poi con la pallanuoto, il tennis e la lotta. Dopo un brutto infortunio, nel 2003 lasciò il rugby e si dedicò all’atletica, specializzandosi nella corsa dei 400 metri. Dopo una lunga battaglia legale, nel 2012 ottenne di partecipare alle Olimpiadi di Londra tra gli atleti normodotati utilizzando particolari protesi per correre. Si qualificò nella semifinale dei 400 metri, facendosi conoscere ulteriormente non solo dagli appassionati di atletica.
Alan Cowell scrive sul New York Times che il processo che inizierà tra dieci giorni a Pretoria tocca “molti aspetti della vita” in Sudafrica “dalle violenze sulle donne al tema del controllo delle armi” in un paese che vive in modo ambiguo l’essere al centro dell’interesse dei media di mezzo mondo per un singolo caso di cronaca. Tra i Mondiali di calcio del 2010 e le grandi celebrazioni di fine 2013 in onore di Nelson Mandela di Sudafrica si è parlato molto, ma senza prestare particolare attenzione ai molti problemi che ha il paese e che potrebbero emergere ora che i media torneranno a occuparsi di un crimine.
Secondo Ethen Hazelhurst del Cape Times, uno dei giornali più importanti in lingua inglese di Città del Capo, “il Sudafrica sarà sotto i riflettori. Le cose che succedono nel punto più a sud dell’Africa, che di solito non verrebbero notate, saranno sottoposte a un attento controllo”. Hazelhurst spiega che se i media si faranno un’idea negativa e la trasmetteranno ai loro lettori in giro per il mondo, ci potranno essere numerose ripercussioni, anche per quanto riguarda gli investimenti e l’economia, duramente provata da un anno e mezzo di scioperi e proteste spesso violente in giro per il paese.
I temi di cui parlare usando il processo a Pistorius come spunto iniziale sono del resto numerosi. Cowell ne cita alcuni come gli alti e crescenti livelli di corruzione nel paese, la quantità molto alta di persone malate di AIDS e soprattutto i continui casi di violenza contro le donne. Il processo inizierà inoltre in un momento delicato per la vita politica del paese perché, negli stessi giorni, saranno rese pubbliche le conclusioni di un’inchiesta sul presunto utilizzo di fondi pubblici per la realizzazione di una residenza in campagna del presidente Jacob Zuma. L’esito è molto atteso perché arriverà a pochi mesi dalle nuove elezioni presidenziali, che si terranno il 7 maggio.
Il modo in cui sarà raccontato il Sudafrica dipenderà comunque da come andranno le cose nell’aula di Pretoria dove si celebrerà il processo. Per l’accusa, il fatto che Pistorius abbia sparato attraverso la porta – chiusa – del bagno implica che vada processato comunque per omicidio premeditato, anche se pensava che la sua ragazza fosse un ladro, dato che non poteva sapere di chi si trattava né se rappresentasse una effettiva minaccia. “Non è come svegliarsi, vedere una persona nella stanza e sparare d’istinto: Pistorius ha indossato le protesi, ha camminato per 7 metri fino al bagno, ha visto che la porta era chiusa e ha sparato, senza preoccuparsi di chi fosse dentro” spiegò il pubblico ministero pochi giorni dopo l’omicidio.
Pistorius si è sempre difeso dicendo di avere sentito dei rumori provenire dal bagno e, immaginando che Steenkamp fosse a letto, di avere pensato che ci fosse qualcuno di malintenzionato in casa. Sparò contro la porta chiusa, sfondò poi la porta con una mazza da cricket e solo in quel momento si rese conto di avere ucciso la propria fidanzata.
Lo scorso 14 febbraio, a un anno di distanza dalla morte di Reeva Steenkamp, Pistorius ha pubblicato un aggiornamento sul suo sito web scrivendo di “essere consumato dal dolore” per quanto accaduto nel 2013. Nel messaggio spiega che “il dolore per la perdita di Reeva e il trauma di quel giorno mi accompagneranno per tutto il resto della mia vita”. Pistorius potrebbe essere condannato a 25 anni di carcere se prevalesse la tesi dell’accusa sulla premeditazione dell’omicidio di Reeva Steenkamp.