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  • Mercoledì 19 febbraio 2014

5 cose sui libri Harmony

A cominciare dagli impressionanti dati di vendita: Cristiano de Majo e quei libri che tutti sappiamo cosa siano senza averne letto uno (o no?)

Cristiano de Majo ha raccontato su Studio alcuni aspetti meno conosciuti della serie Harmony, dato che «tutti sappiamo cos’è un Harmony senza averne mai letto uno»: per esempio qual è il loro modello di business, l’universo delle sottocollane, che cosa c’entrano con gli ebook.

San Valentino. Non ho mai fatto un regalo di San Valentino alla mia consorte. Quest’anno volevo farle un regalo e mi è venuta un’idea brillante, così pop da sembrare snob: regalarle un Harmony perché non ha mai letto un Harmony in vita sua. Neanche io ho mai letto un Harmony e, diciamo la verità, tutti sappiamo cos’è un Harmony senza averne mai letto uno in vita, a parte le persone che li leggono. Le persone che comprano gli Harmony sono tantissime. Tuttavia, vi sarà capitato di conoscere persone che hanno letto libri di Fabio Volo o di Paulo Coelho o di Nicholas Sparks, ma dubito che vi sia capitato di conoscere lettori di Harmony. Sono come quelli che votavano Democrazia Cristiana, una delle molte maggioranze silenziose di questo paese. Mentre cercavo di capire quale fosse l’Harmony più adatto da regalare alla mia consorte per San Valentino, ho raccolto informazioni e, alla fine, ho scoperto un sacco di cose sugli Harmony. Ma non ho più comprato un Harmony, poi San Valentino è passato.

1. La prima cosa impressionante del mondo Harmony sono i dati di vendita. Nota bene: il canale distributivo di questi libri è un altro rispetto a quello dell’editoria tradizionale. Gli Harmony sono assimilabili alle riviste periodiche, si comprano nelle edicole e nei supermercati, non nelle librerie, e questo è uno dei motivi per cui non troveremo mai un Harmony nelle classifiche di vendita. L’altro è che il modello di business si basa su una media forte più che sul best-seller atomico. Harmony produce circa 600 libri all’anno e vende nello stesso periodo 6 milioni di copie, con una media di 10.000 copie per titolo. In un’intervista Paola Ronchi, direttrice generale di Harlequin Mondadori, ha dichiarato: «La durata media di un nostro titolo è un mese, al massimo due: a cadenza pressoché mensile il libro viene ritirato dal mercato e sostituito con uno nuovo. Per ciclo produttivo e di vendita siamo più vicini agli editori di periodici che agli editori puri». In realtà, il modello Harmony sembra avere conquistato in questi anni proprio l’editoria tradizionale, che ha scommesso su iperproduzione di titoli e cicli di vita del libro sempre più brevi. Che Harmony sia da considerare da questo punto di vista avanguardistica?

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