John Travolta ha 60 anni
Le foto e la storia di uno che ha fatto molti film diversi, ma solo due che conoscono tutti: per i quali ha ricevuto la nomination all'Oscar (ok, quali?)
John Travolta, che compie 60 anni oggi, divenne noto al mondo alla fine degli anni Settanta, quando aveva tra venti e venticinque anni. Gli americani lo videro dal 1975 in una serie di telefilm comici ambientati in una scuola, “Welcome back, Kotter”: Travolta era uno degli studenti, bullo e piacione, Vinnie Barbarino. In Italia furono trasmessi qualche anno dopo con il titolo “I ragazzi del sabato sera”, che non aveva nessun senso ma pretendeva di approfittare dell’intervenuto successo di La febbre del sabato sera, il film sulla discomusic del 1977 con il quale Travolta era diventato famosissimo in tutto il mondo, dopo una piccolissima parte in un film horror del 1975 e una più rilevante in Carrie di Brian De Palma del 1976.
Dal 1977 Travolta divenne due cose, strettamente legate: un divo internazionale con i suoi poster offerti dalle riviste giovanili di mezzo mondo, e un attore disprezzato da chiunque associasse un film sulla discomusic di tanto successo a una cosa frivola e da ragazzini. Lui si godette soprattutto la prima cosa, e replicò il meccanismo un anno dopo con Grease, un vero e proprio musical su un liceo americano degli anni Cinquanta, in cui cantava pure (“You’re the one that I want”, con Olivia Newton John: fece il botto in tutte le classifiche di dischi).
Da lì in poi, saggiamente, Travolta cominciò a fare altro: da un bel film drammatico come Blow out, ancora di De Palma, alle commedie leggerine della serie Senti chi parla. La sua immagine di attore cambiò radicalmente grazie a Pulp Fiction di Quentin Tarantino, che nel 1994 (aveva 40 anni) lo consegnò all’attenzione dei critici e cinefili più esigenti, col meccanismo non inedito dell’attore-di-film-di-cassetta-che-si-sdogana-in-un-gran-film-d’autore. Dopo non è che abbia continuato su questa china – qualche buon film d’azione e commedia, più niente da storia del cinema – ma la sua rivalutazione era ormai avvenuta e cominciarono a invitarlo ai festival e a ritenerlo un grande e maturo attore hollywoodiano. Il risultato è che le due nomination che ha avuto per l’Oscar sono per La febbre del sabato sera e Pulp Fiction, simboli di due ere della sua carriera: e così è arrivato a sessant’anni stimato e amato, malgrado l’estesa diffidenza per la sua appartenenza alla chiesa di Scientology.