L’eruzione del Kelud, in Indonesia
Sono morte almeno due persone, in 100 mila sono state evacuate, uno strato di cenere e detriti copre un'area vasta 100 chilometri quadrati: le foto
Almeno due persone sono morte e più di 100 mila sono state evacuate a seguito dell’eruzione del Monte Kelud, vulcano sull’isola di Giava, in Indonesia, avvenuta intorno alle 23.00 del 13 febbraio. Lo ha riferito la National Disaster Mitigation Agency (BNPB), dicendo che le due persone morte avevano 60 e 65 anni: vivevano nel villaggio di Putut, nella provincia di Giava Orientale, e sono state trovate tra le macerie della loro casa crollata sotto il peso della cenere vulcanica.
L’isola di Giava è la più densamente popolata del paese e il Kelud si trova a circa 90 chilometri a sud della seconda città più grande dell’Indonesia, Surabaya, un importante centro industriale. Il vulcano è alto 1731 metri e, negli ultimi giorni, era sotto stretta osservazione soprattutto dopo che i sismografi avevano registrato una serie di scosse partite da ipocentri molto superficiali. L’eruzione si è verificata 90 minuti dopo lo stato di allerta più alto diramato dalle autorità. La cenere e i detriti, che hanno portato alla chiusura di tre aeroporti internazionali (Jogyakarta, Solo e Surabaya), sono arrivati fino a 200 chilometri di distanza interessando un’area vasta 100 chilometri quadrati. A Surabaya si è depositato uno strato di cenere di 2,5 centimetri e gli automobilisti sono costretti a circolare con i fari accesi anche in pieno giorno.
Le eruzioni del Kelud sono state le più violente nella storia dell’Indonesia: nel 1919 sono morte circa 5 mila persone. L’ultima grande eruzione si è verificata nel 1990, quando persero la vita almeno 30 persone. All’inizio del mese un altro vulcano indonesiano, il Sinabung, nella provincia a nord di Sumatra, ha causato la morte di almeno 14 persone.