Il Nepal ha un nuovo primo ministro
È Sushil Koirala, ha 75 anni, non è maoista, ha passato diversi anni in esilio e in prigione e ha architettato il primo dirottamento aereo della storia del paese
Lunedì 10 febbraio, dopo diversi mesi di stallo politico, il parlamento nepalese ha eletto un nuovo primo ministro, il 75enne Sushil Koirala. Koirala è un attivista democratico di lungo corso e presidente del Partito del Congresso nepalese, la forza politica moderata e riformatrice che ha ottenuto la maggioranza relativa dei seggi all’Assemblea Costituente nelle elezioni dello scontro novembre. Koirala è stato eletto con 405 voti a favore e 148 contrari, grazie all’appoggio del Partito Comunista del Nepal (UMP, secondo partito alle ultime elezioni). La sua elezione è stata invece osteggiata dai maoisti, dal Partito pro-monarchia Rastriya Prajatantra e da altri partiti minori. Koirala sarà il sesto capo di governo nepalese dal 2008 e durante il suo primo anno d’incarico dovrà cercare di completare la bozza di una nuova costituzione, che dovrà andare a sostituire quella ad interim in vigore dal 2008.
Il Nepal ha subìto una grande trasformazione del suo assetto istituzionale nel 2008, quando ha abbandonato la forma di monarchia costituzionale per diventare una repubblica federale: il processo era già iniziato tre anni prima, con la firma di un “memorandum of understanding” tra diverse forze politiche nepalesi che da metà degli anni Novanta si erano impegnate a portare avanti una guerriglia violenta su scala nazionale contro la monarchia. Con il consolidamento dall’assetto di repubblica federale, il potere è rimasto in mano per cinque anni al Partito Comunista Unificato del Nepal – i maoisti – che però non è riuscito a scrivere una nuova Costituzione. Anche per questo alle elezioni per l’Assemblea Costituente nel 2013 ha vinto il partito di Koirala, senza però ottenere grandissimo margine sugli avversari.
Koirala è un personaggio politico molto rispettato nel paese, specialmente per il suo impegno a favore della democrazia. È nato a Biratnagar, un centro di produzione di iuta nella zona orientale del Nepal, da una delle famiglie politiche storiche del paese (è il quarto membro della sua famiglia a diventare primo ministro). Si è impegnato molto nella lotta a favore della democrazia e per questo, dopo il colpo di stato di re Mahendra nel 1960, che tra le altre cose vietò i partiti politici e sospese le libertà costituzionali, visse per 16 anni in esilio in India. Il 10 giugno 1973 fu coinvolto nel primo dirottamente di un aereo della storia del paese: quel giorno tre membri del Congresso nepalese dirottarono un aereo 19-posti della Royal Nepal Airlianes proveniente da Biratnagar e diretto a Kathmandu, che trasportava molti soldi appartenenti al governo nepalese. I dirottatori, con l’aiuto di Koirala (che fu considerato l’architetto del dirottamento), rubarono 3 milioni di rupie per finanziare la rivoluzione armata a favore della democrazia multi-partitica in Nepal (Koirala si fece poi diversi anni di carcere in India). Oggi, scrive il New York Times, Koirala conduce una vita tranquilla, “spartana”, apprezzata molto da tutti quelli che sono stati critici negli anni passati nei confronti di qualche sfarzo di troppo che si sono concessi i maoisti.
Rispetto ai suoi predecessori maoisti, Koirala ha posizioni più centriste: durante il suo primo discorso al parlamento, ha promesso che si impegnerà a stimolare gli investimenti interni ed esteri e a diminuire il livello di disoccupazione. Secondo BBC, oltre all’alleanza con l’UML, già formalizzata con il voto parlamentare, il partito di Koirala potrebbe allearsi con altre piccole forze politiche. Il nuovo primo ministro dovrà anche affrontare un altro problema, legato alla difficile e ambigua posizione del Nepal nella regione. Fin da quando il paese è diventato una repubblica federale, sia la Cina che l’India hanno cercato di esercitare un’influenza crescente sulla politica nepalese: il dominio dei maoisti in Nepal ha avvicinato il paese al governo cinese e ha permesso, tra le altre cose, la costruzione di una linea ferroviaria tra Lhasa, in Tibet, e la città commerciale nepalese di Khasa. Con il nuovo governo di Koirala, tuttavia, anche le cose in politica estera potrebbero cambiare.