La lettera di Napolitano al Corriere

Dopo le anticipazioni del libro di Alan Friedman sulla genesi del governo Monti nel 2011

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
10-02-2014 Roma
Politica
Senato - Giornata del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata
Nella foto Giorgio Napolitano, Enrico Letta, Piero Grasso

Photo Roberto Monaldo / LaPresse
10-02-2014 Rome (Italy)
Senate - Memorial day 
In the photo Giorgio Napolitano, Enrico Letta, Piero Grasso
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 10-02-2014 Roma Politica Senato - Giornata del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata Nella foto Giorgio Napolitano, Enrico Letta, Piero Grasso Photo Roberto Monaldo / LaPresse 10-02-2014 Rome (Italy) Senate - Memorial day In the photo Giorgio Napolitano, Enrico Letta, Piero Grasso

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha scritto una lettera al Corriere della Sera a proposito di un’anticipazione di un libro del giornalista Alan Friedman pubblicata stamattina sul Corriere. Nell’anticipazione, che ha generato attenzioni e dichiarazioni di alcuni politici nel corso della giornata, si parla dei contatti tra Napolitano e Mario Monti in preparazione di un eventuale incarico – che poi venne effettivamente affidato – alla guida del governo nel 2011.

Gentile Direttore,
posso comprendere che l’idea di “riscrivere”, o di contribuire a riscrivere, “la storia recente del nostro Paese” possa sedurre grandemente un brillante pubblicista come Alain Friedman. Ma mi sembra sia davvero troppo poco per potervi riuscire l’aver raccolto le confidenze di alcune personalità (Carlo De Benedetti, Romano Prodi) sui colloqui avuti dall’uno e dall’altro – nell’estate 2011 – con Mario Monti ed egualmente l’aver intervistato, chiedendo conferma, lo stesso Monti.
Naturalmente non poteva abbandonarsi ad analoghe confidenze (anche se sollecitate dal signor Friedman), il Presidente della Repubblica, che “deve poter contare sulla riservatezza assoluta” delle sue attività formali ed egualmente di quelle informali, “contatti”, “colloqui con le forze politiche” e “con altri soggetti, esponenti della società civile e delle istituzioni” (vedi la sentenza n.1 del 2013 della Corte Costituzionale).

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