Il declino del British National Party
Il New York Times spiega perché lo storico partito britannico di estrema destra è entrato in crisi ed è scomparso dal dibattito pubblico, dopo il successo alle europee del 2009
Il British National Party (BNP) è uno dei movimenti di estrema destra più noti e longevi del Regno Unito, noto principalmente per le politiche antieuropeiste e per le posizioni intolleranti verso l’immigrazione. In tempi recenti – e nonostante l’assenza di risultati significativi a livello nazionale – si parlò a lungo del relativo successo che riuscì ad ottenere alle elezioni europee del 2009, in cui arrivò ad eleggere due eurodeputati destando una certa preoccupazione nel partito laburista e nello stesso primo ministro conservatore David Cameron.
Da allora in avanti il BNP ha cominciato ad attraversare una fase di declino, ben ricostruita e raccontata in un articolo del New York Times che riprende la storia recente del British National Party spiegando che – a causa dei disordini interni, delle vicende finanziarie del suo leader Nick Griffin e della competizione rappresentata da altri partiti antieuropeisti in crescita come l’UKIP (United Kingdom Independence Party) – il BNP ha perso molti consensi ed è anche progressivamente scomparso dal dibattito politico nel Regno Unito. Molto difficilmente riuscirà a riottenere un seggio nelle prossime elezioni europee di maggio.
Secondo il New York Times, il caso del BNP “dimostra come i partiti che vivono ai margini extraparlamentari della politica – specialmente quelli privi di organizzazione, di disciplina e di un leader popolare – possono tanto rapidamente precipitare quanto rapidamente sono emersi”.
Il declino del BNP, fa notare il New York Times, è tanto più clamoroso e significativo se si considera il successo che ultimamente altri partiti e movimenti estremisti e antieuropeisti stanno ottenendo in altri paesi (il partito neonazista greco Alba Dorata, il Fronte Nazionale francese guidato da Marine Le Pen, il partito nazionalista ungherese Jobbik). «Siamo in modalità difensiva», ha detto il leader del BNP Nick Griffin, «e dopo essere stati in modalità di “sopravvivenza” per due anni, possiamo dire di essere sopravvissuti». Eppure persino nei quartieri con una più alta percentuale di migranti – in cui il BNP ha sempre contato di raccogliere dei voti – ci sono persone che non ne hanno manco mai sentito parlare, del BNP, scrive il New York Times.
All’origine del declino, secondo diversi commentatori, ci sarebbero le lotte interne per il potere e la leadership. Nel 2012 Andrew Brons, l’altro membro del BNP eletto al Parlamento europeo insieme a Griffin, accusò Griffin di aver distrutto il partito e di averlo definito “una carogna” (Griffin disse poi di aver rivolto l’epiteto ad alcuni collaboratori di Brons, non a lui direttamente). Secondo altri osservatori la causa principale del declino del partito è da ricercare nel fatto che altri partiti estremisti – a cominciare dall’UKIP, ma anche la English Defence League (EDL) – hanno guadagnato consenso riprendendo soltanto alcune parti del programma storico del BNP, principalmente quella antieuropeista, sebbene Griffin continui a dire che il BNP è “il solo partito nazionalista ancora veramente in partita”.
Secondo il New York Times – in un paese in cui i partiti di estrema destra sono visti con grande sospetto, fin dalla fine della Seconda guerra mondiale – il successo dell’UKIP sta anche nel fatto che il suo leader, Nigel Farage, ha saputo costruirsi un’immagine più rispettabile e “mainstream” rispetto a quanto abbia saputo fare Griffin, di cui la cronaca politica si è ultimamente occupata più per i suoi diverbi e scambi di insulti con altri leader di partiti estremisti che per le ambizioni politiche del BNP.
Il BNP fu fondato nel 1982 da John Tyndall, co-fondatore di un altro partito politico di estrema destra, il Fronte Nazionale Britannico (National Front), molto attivo tra gli anni Settanta e Ottanta, e che poi subì un rapido declino nei Novanta prima di cambiare nome in National Democrats. Oltre che richiedere l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea – tratto comune a gran parte dei movimenti di estrema destra britannici – il NF metteva al centro delle sue battaglie politiche anche il decentramento politico in favore di maggiori autonomie locali.
Tyndall guidò il BNP fino al 1999. Il suo successore fu l’attuale leader del partito Nick Griffin, laureato in legge di origine gallese che lavorava già da tempo per il BNP, dopo una lunga esperienza nel Fronte Nazionale, poi abbandonato alla fine degli anni Ottanta. Sotto la leadership di Griffin, il BNP ha cercato per anni di ripulire la propria immagine e cercare consenso tra i conservatori, appropriandosi di simboli nazional-popolari e figure storiche come Winston Churchill, ma senza mai cambiare le politiche del movimento. Nel 2006 – e fu un episodio abbastanza significativo, di cui si parlò a lungo – Griffin subì un processo insieme a Mark Collett, un altro attivista del movimento, con l’accusa di odio razziale per aver definito l’Islam una fede “malvagia e violenta” (ne uscì assolto).
Il BNP è particolarmente noto per le posizioni politiche sull’immigrazione e sulla libertà di culto, per la volontà di reintrodurre la pena di morte e per l’opposizione all’aborto e ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Nel manifesto del partito, ripubblicato in occasione delle elezioni politiche del 2010, si sostiene che “considerando il tasso di natalità e quello dell’immigrazione, la popolazione britannica indigena diventerà una minoranza entro 50 anni, e questo comporterà l’estinzione degli inglesi, della loro cultura, del loro patrimonio e della loro identità”. Per questo motivo, si legge ancora sul manifesto, “il BNP farà tutto il necessario per invertire questa tendenza, bloccando l’immigrazione e promuovendo la deportazione di tutti gli immigrati clandestini nelle loro terre di origine etnica”.
Per molti anni lo statuto del BNP ha vietato l’ingresso nel partito alle persone di pelle “non bianca” finché nel 2010 una denuncia della Commissione britannica per l’Uguaglianza e i Diritti Umani (EHRC) costrinse il BNP a rivedere quella parte dello statuto e a votare una proposta interna per ammettere l’ingresso “di membri neri e asiatici”. Nel 2005, in seguito agli attentati nella metropolitana di Londra del 7 luglio, fecero molto discutere alcuni manifesti elettorali del BNP che mostravano la fotografia di uno degli autobus esplosi e, in basso, lo slogan “forse è ora di cominciare a dar retta al BNP”. Sempre in quella occasione Griffin disse che gli attentati erano “il prezzo dei voti per il partito laburista” e diede la colpa al governo per le politiche permissive sull’immigrazione e per aver coinvolto il Regno Unito nella guerra in Iraq.
Nella sua storia recente, il BNP non ha mai ottenuto successi di rilievo nelle elezioni politiche nazionali, attestandosi solitamente su percentuali variabili ma raramente superiori al 2-3 per cento, e non ha eletto nessun rappresentante alla Camera dei Comuni né nel 2005 né nel 2010. I risultati migliori sono stati ottenuti generalmente nelle elezioni locali e in quelle europee: alle europee del 2009 il BNP ottenne due europarlamentari – tra cui lo stesso Griffin – con una percentuale di voti del 6,2 per cento (l’UKIP ne ottenne tredici con una percentuale del 16,5 per cento – maggiore di quella del partito laburista, che si fermò al 15,7).
Le elezioni del 2010 furono tanto più deludenti perché in molti si aspettavano che potessero far ottenere al BNP percentuali simili, se non addirittura superiori, a quelle ottenute dal BNP nelle europee del 2009. Se Griffin non riuscirà a riconfermare il suo posto al Parlamento europeo, ha detto, riguadagnerà se non altro il suo ruolo di “outsider” politico.
foto: Nick Griffin durante una manifestazione a Londra, l’1 giugno 2013 (CARL COURT/AFP/Getty Images)