Il presidente del Kazakistan vuole togliere lo -stan
Nursultan Nazarbayev dice che ci sono già troppi paesi con il nome che finisce così, e ci si confonde
Giovedì 6 febbraio il presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbayev ha annunciato di voler cambiare il nome del suo paese perché, ha spiegato, «finisce in “stan” come molti altri paesi dell’Asia Centrale» e questo porta gli stranieri a confondersi. Il modello di Nazarbayev è un altro paese dell’Asia Centrale che, secondo lui, deve il suo successo a un nome originale: «Gli stranieri si interessano molto della Mongolia, che ha soltanto due milioni di abitanti, ma ha un nome che non finisce in “stan”».
In effetti i paesi con il suffisso “stan” nel nome portano gli stranieri a fare qualche errore. Il segretario di Stato americano John Kerry nel febbraio 2013 parlò del “Khirgazastan”, un nome inventato fondendo insieme i nomi del Kazakistan e del Kirghizistan. Nonostante gli occasionali fraintendimenti, però, il Kazakistan è un paese che già oggi attira numerose attenzioni da parte degli stranieri. Le esportazioni di gas e petrolio lo hanno reso l’economia più grande dell’Asia Centrale. Nazarbayev ha aperto il mercato del suo paese e ha attirato numerosi investimenti dall’estero (tra le aziende impegnate nel paese c’è anche l’italiana ENI).
Il nuovo nome che il presidente auspica per il suo paese è Kazak Eli, che significa più o meno “nazione dei Kazaki”. Con un nome simile il paese, in effetti, riuscirebbe a distinguersi dagli altri sei che attualmente condividono il suffisso “-stan” nella regione: Pakistan, Tagikistan, Kirghizistan, Afghanistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Il motivo di questa somiglianza tra i vari nomi è che -istan significa “terra di” in persiano, la lingua che per secoli è stata utilizzata come lingua franca in tutta l’Asia Centrale. Kazakistan, quindi, significa “terra dei kazaki”, e Nazarbayev vorrebbe modificarlo in “nazione dei kazaki”.
Come fa notare il settimanale The Atlantic, la situazione dell’Asia Centrale non è molto diversa da quella dell’Europa, dove a essere diffuso è il suffisso -land (o “landa” in italiano) che ha lo stesso significato. England e Scotland sono le terre degli Angli e degli Scoti, antiche popolazioni locali, così come la Finlandia è la terra dei finnici. In tedesco Germania si traduce come Deutschland. Sempre in Europa ci sono anche Islanda e Irlanda, mentre in Africa esiste lo Swaziland, in Asia la Thailandia e in Oceania la Nuova Zelanda.
Ci sono almeno un paio di motivi per cui nessuno dei paesi della lista qui sopra ha mai pensato di cambiare nome per renderlo più originale, come il Kazakistan. La prima è che nessuno di loro è governato da più di vent’anni da un presidente con idee molto originali. Ad esempio, Nazarbayev è raffigurato sulle banconote del paese e ci sono statue e parchi intitolati a suo nome un po’ in tutto il paese. Nel 1997 ha fatto spostare la capitale da Almaty a un paese sperduto nel deserto ribattezzato per l’occasione “Astana”, che significa “capitale”. Il nome così generico, secondo molti, è lì solo in attesa che alla sua morte la città venga ribattezzata con il nome di Nursultanya – una proposta che venne presentata in Parlamento già nel 2008.
L’altra ragione, come nota ancora l’Atlantic, è che il suffisso “-stan” ha assunto negli anni una connotazione negativa. Ad esempio, nel Sudafrica dell’apartheid, le enclavi dove vivevano segregati gli abitanti africani erano soprannominate “Bantustan”, terra dei Bantu. Negli ultimi anni, soprattutto dopo lo scoppio della guerra in Afghanistan e dei disordini in Pakistan, i paesi con lo “-stan” possono richiamare alla mente l’idea di uno stato fallito dove imperversano attentanti e milizie di estremisti islamici. In numerose serie televisive (il Kamistan di 24), fumetti (il Berzerkistan delle vignette di Doonesbury) videogiochi, film e libri, il suffisso “-stan” viene aggiunto ai nomi di nazioni inventate per dargli una coloritura orientale, ma anche di arretratezza e instabilità.
Nazarbayev, 73 anni, è al potere in Kazakistan dal 1991 e prima della caduta dell’Unione Sovietica era il principale leader del partito comunista kazako. In Italia è diventato famoso per il caso di Alma Shalabayeva, la moglie di Mukthar Ablyazov, ex alleato e ora avversario politico di Nazarbayev. Shalabayeva e sua figlia vennero rimpatriate dall’Italia, dove si trovavano, in Kazakistan, con una procedura molto sbrigativa e non del tutto corretta. In molti ipotizzarono che dietro questa espulsione ci fosse una richiesta del governo kazako.
Foto: AP Photo/Misha Japaridze