Aaron Sorkin sulla morte di Philip Seymour Hoffman
Hoffman gli disse una volta: «Se uno di noi due muore per un'overdose, probabilmente 10 persone che rischiano di morire di overdose non lo faranno»
Aaron Sorkin, uno degli sceneggiatori più famosi e acclamati al mondo, ha ricordato su Time l’attore Philip Seymour Hoffman (morto domenica 2 febbraio a 46 anni, probabilmente per un’overdose di eroina) che aveva conosciuto sul set del film La guerra di Charlie Wilson, nel 2007. Sorkin scrive che sia lui che Hoffman erano ex tossicodipendenti e che ogni tanto durante le pause delle riprese chiacchieravano dei loro problemi con la droga. Una volta Sorkin disse a Hoffman che si sentiva fortunato perché era troppo impressionabile e non riusciva sopportare gli aghi. Hoffman gli rispose di «rimanere impressionabile» e poi gli disse:
«Se uno di noi due muore per un’overdose, probabilmente 10 persone che rischiano di morire di overdose non lo faranno»
Hoffman, spiega Sorkin, si riferiva all’effetto mediatico che la morte di un personaggio famoso avrebbe generato sulle persone e sull’opinione pubblica. Sorkin – che specifica che Hoffman non è morto di «una overdose di eroina», ma «di eroina e basta» – conclude così:
«Non è morto perché stava facendo baldoria o perché era depresso. È morto perché era un tossicodipendente in un giorno della settimana qualsiasi. Tra le cose per cui sarà meritatamente ricordato ci sono il suo Willy Loman che è allo stesso livello di quello di Lee J. Cobb e di Dustin Hoffman, il suo Jamie Tyrone, il suo Truman Capote e il suo premio Oscar. Aggiungiamoci quelle dieci persone che sarebbero morte e non moriranno»