La Corte dei Conti contro Standard & Poor’s?
Lo scrive il Financial Times: l'agenzia di rating avrebbe ricevuto una stratosferica richiesta di danni, per aver ignorato "la storia, l'arte e il paesaggio italiano" decidendo i declassamenti
Aggiornamento, ore 14.40 – L’ufficio stampa della Corte dei Conti italiana ha pubblicato un comunicato in cui precisa che il procedimento contro S&P e le altre agenzie di rating è una «istruttoria aperta dal Procuratore Regionale del Lazio in conseguenza delle decisioni di “downgrading” del debito pubblico italiano avvenute il primo luglio 2011, 24 maggio 2011, 5 dicembre 2011 e 13 gennaio 2012». Il procedimento «è solo in fase istruttoria e potrebbe dunque concludersi anche con archiviazione». Conclude poi che «è del tutto prematuro, nella attuale fase di indagine non ancora conclusa, qualsiasi quantificazione in merito ad un eventuale risarcimento.»
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Martedì 4 febbraio l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha detto al Financial Times di aver ricevuto la notifica di un procedimento legale nei suoi confronti da parte della Corte dei Conti italiana, per non aver agito correttamente nella valutazione dei rating del debito pubblico dell’Italia.
Il procedimento, scrive il Financial Times, implica una richiesta di risarcimento dei danni che può arrivare a un massimo di 234 miliardi di euro: una cifra stratosferica che equivale più o meno al 15 per cento del PIL annuale italiano. Insieme a Standard & Poor’s sono coinvolte anche le altre due maggiori agenzie di rating internazionali, Moody’s e Fitch. S&P ha definito le accuse della Corte dei Conti «insignificanti e senza fondamento», così come ha fatto Moody’s, mentre Fitch ha detto che collaborerà con i magistrati italiani e si è detta convinta di aver sempre agito secondo la legge.
Non si conoscono molti dettagli del procedimento, che ad ogni modo si riferisce ai declassamenti del debito pubblico italiano da parte delle agenzie di rating a causa della crisi economica: il 20 settembre 2011 S&P annunciò il downgrade dell’Italia da A+ ad A, a cui ne seguirono altri nei mesi successivi. Più di recente, S&P ha declassato il debito pubblico italiano ai primi di luglio del 2013, da BBB+ a BBB.
Il Financial Times cita anche un passaggio della notifica arrivata alla società di rating, in cui la Corte dei Conti avrebbe scritto: «S&P non ha mai messo in rilievo, nelle sue valutazioni, la storia, l’arte e il paesaggio italiano che, come è universalmente riconosciuto, sono le basi della sua forza economica». Un «funzionario italiano» non meglio specificato ha confermato al Financial Times l’esistenza di un procedimento giudiziario contro S&P, Moody’s e Fitch, e che più dettagli sul caso saranno resi pubblici dalla procura che agisce per conto della Corte dei Conti il prossimo 19 febbraio.
La Corte dei conti è un organo giudiziario e di controllo previsto dalla Costituzione per vigilare sull’uso delle risorse pubbliche. Esiste fin dal 1862 e ha la sua sede centrale a Roma, con diverse sezioni regionali.
Foto: L’insediamento del presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, Roma, 11 dicembre 2013.
(Roberto Monaldo / LaPresse)