Le richieste della NSA alle società di Internet

Google, Microsoft, Apple, Facebook e le altre grandi hanno pubblicato un nuovo aggiornamento sui dati dei loro utenti che hanno dovuto trasmettere al governo degli Stati Uniti

Negli ultimi giorni le principali società attive su Internet hanno diffuso i loro nuovi rapporti sulle richieste ricevute da parte del governo degli Stati Uniti, nell’ambito dei suoi piani di sorveglianza online, per ottenere dati e informazioni su particolari utenti iscritti ai loro servizi. Fino allo scorso anno non era consentita la diffusione di alcuna informazione su questi temi da parte della società, ma le cose sono cambiate in seguito alle informazioni diffuse da Edward Snowden sulle attività di sorveglianza all’estero effettuate dalla National Security Agency (NSA), una delle organizzazioni governative degli Stati Uniti che si occupano di spionaggio.

In seguito alla diffusione delle notizie sulle attività di sorveglianza su larga scala della NSA sui loro sistemi informatici, nell’estate del 2013 molte società come Apple, Microsoft, Google e Yahoo avevano avviato cause contro il governo, sostenendo di avere il diritto di dare più informazioni ai loro utenti sulle informazioni sottratte dalla NSA e da organizzazioni governative simili. Dopo mesi di confronto e di incontri con i principali responsabili delle società, il governo degli Stati Uniti ha concesso alle aziende di pubblicare le informazioni sulle richieste effettuate sulla base del Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA), la legge che regolamenta le attività di spionaggio all’estero.

Alle società ora è permesso di dare informazioni, seppure molto generiche, sulle richieste ricevute. In pratica possono dire quante sono state in un certo periodo di tempo, ma non possono fornire molti altri dettagli, né entrare nel merito delle singole richieste. In cambio dell’accordo, le società hanno ritirato le loro cause contro il governo degli Stati Uniti.

Apple
Nel suo rapporto Apple spiega di avere lavorato con il governo e con rappresentanti del Congresso e del ministero della Giustizia per avere più libertà nel dare informazioni sulle richieste ricevute sotto i termini del FISA. Nel periodo tra gennaio e giugno 2013, Apple ha ricevuto 927 richieste per 2.330 account. In otto casi su dieci la società ha eseguito gli ordini, mentre negli altri ha rilevato gli estremi per opporsi alla diffusione dei dati.

Microsoft
Nei sei mesi tra gennaio e giugno 2013, Microsoft dice di avere ricevuto meno di 1000 richieste per meno di 16mila account. Questo non significa che le richieste sotto il FISA abbiano interessato 16mila persone, perché in molti casi uno stesso utente utilizza più account Microsoft. La società ha anche ricevuto circa 1000 richieste da parte dell’FBI.

Facebook
Sempre tra gennaio e giugno 2013, Facebook dice di avere ricevuto tra le 5mila e le 6mila richieste su account dei propri iscritti. E di avere ricevuto 1000 richieste da parte dell’FBI per altri tipi di indagini.

Yahoo
Nello stesso periodo di riferimento, Yahoo ha ricevuto meno di 1000 richieste che hanno interessato tra i 30mila e i 31mila account.

Google
Google ha ricevuto tra gennaio e giugno 2013 meno di 1000 richieste che hanno riguardato meno di 10mila account.

LinkedIn
Il social network utilizzato più che altro per mantenere i propri contatti lavorativi, e aggiungerne di nuovi, sembra essere quello che ha ricevuto meno richieste nei primi sei mesi del 2013. Sono state tra 0 e 249 che hanno riguardato altrettanti account.

Non è chiaro perché i numeri oscillino così sensibilmente tra una società e l’altra. I termini dell’accordo con il governo degli Stati Uniti consentono di dare poche informazioni e nessun dettaglio sulle singole richieste.