Il governo ucraino si è dimesso
Ed è stata abolita la legge anti-proteste, entrata in vigore soltanto sei giorni fa e molto criticata dalle opposizioni, ma per ora il presidente rimane al suo posto
Aggiornamento 20.00 – Il presidente ucraino Viktor Yanukovych ha accettato le dimissioni presentate oggi dal primo ministro Mykola Azarov e dal suo governo, nel tentativo di fare delle concessioni alle opposizioni e ai manifestanti che stanno protestando a Kiev e in altre zone dell’Ucraina occidentale. Azarov era particolarmente impopolare tra le opposizioni, che lo avevano accusato in diverse occasioni di avere gestito male l’economia del paese e di avere fallito nel combattere la corruzione. Secondo l’inviato di BBC a Kiev, David Stern, fino a due settimane fa le dimissioni di Azarov e del suo governo erano una mossa impensabile.
I membri del governo ucraino rimarranno ai loro posti ancora per 60 giorni, fino a che non verrà formato il nuovo governo. Il portavoce di Azarov ha detto all’agenzia di news russa Interfax che ad assumere l’incarico temporaneo a capo del governo sarà il viceprimo ministro Serhiy Arbuzov.
Intanto il presidente russo Vladimir Putin ha parlato della situazione ucraina durante il summit a Bruxelles, in Belgio, tra Unione Europea e Russia. Putin ha detto che la recente assistenza finanziaria che la Russia ha garantito all’Ucraina non aveva l’obiettivo di sostenere il governo, ma la sua popolazione: ha anche detto che tutti gli accordi conclusi tra il suo governo e quello ucraino – anche se dimissionario – sono da considerarsi ancora validi, anche se saranno le opposizioni a formare il nuovo esecutivo. Nei prossimi giorni è in programma anche l’incontro tra il capo della diplomazia dell’Unione Europea, Catherine Ashton, il presidente Yanukovych e i leader delle opposizioni.
***
Il Parlamento ucraino ha abolito le contestate norme che aveva approvato soltanto pochi giorni fa nel tentativo di reprimere le proteste anti-governative che vanno avanti ormai da mesi. Le norme erano entrate in vigore il 22 gennaio, adottate per alzata di mano e senza dibattito dalla maggioranza lo scorso 16 gennaio: tra le altre cose, prevedevano fino a cinque anni di carcere per chi partecipava a manifestazioni non autorizzate; vietavano di protestare a volto coperto o indossando un casco, di utilizzare un megafono in un luogo pubblico o di partecipare a cortei con più di cinque auto; vietavano gli accampamenti. La loro principale conseguenza era stata un grandissimo aumento dell’intensità e della forza delle proteste. Già lunedì sera il presidente ucraino Viktor Yanukovych aveva confermato la sua volontà di eliminare le norme anti-proteste.
Poco prima dell’abolizione della legge da parte del parlamento, il primo ministro ucraino Mykola Azarov si era dimesso dal suo incarico, nel tentativo di creare le condizioni per un «compromesso sociale e politico» nel paese. Azarov ha diffuso un comunicato in cui si legge anche che il governo «ha fatto tutto il possibile per risolvere pacificamente il conflitto» e che avrebbe fatto «tutto il possibile per prevenire altri spargimenti di sangue, un’escalation di violenza e la violazione dei diritti dei cittadini». Yanukovich ha firmato il decreto per accettare le dimissioni, facendo così decadere l’intero governo: i suoi membri, comunque, potranno rimanere al loro posto per altri 60 giorni, fino a che non si formerà un nuovo governo.
Entrambe le misure di oggi, scrive AP, sono concessioni fatte dal governo ai manifestanti, ma potrebbero non essere sufficienti a incontrare le richieste delle opposizioni, visti i disaccordi che ancora ci sono su alcuni punti centrali, come le richieste di dimissioni del presidente Yanukovych e di elezioni anticipate.