Nunzia De Girolamo si è dimessa
Ha annunciato le dimissioni da ministro dell'Agricoltura dicendo di non poter "restare in un governo che non ha difeso la mia onorabilità"
Nunzia De Girolamo ha annunciato con una nota di essersi dimessa da ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
Mi dimetto da Ministro. L’ho deciso per la mia dignità: è la cosa più importante che ho e la voglio salvaguardare a qualunque costo. Ho deciso di lasciare un ministero e di lasciare un governo perché la mia dignità vale più di tutto questo ed è stata offesa da chi sa che non ho fatto nulla e avrebbe dovuto spiegare perché era suo dovere prima morale e poi politico. Non posso restare in un governo che non ha difeso la mia onorabilità.
A metà gennaio De Girolamo aveva riferito in Parlamento sul caso delle registrazioni relative alla sanità di Benevento, nato in seguito alla loro pubblicazione sui giornali. Effettuate da Felice Pisapia – un ex dirigente dell’Azienda sanitaria locale (ASL) di Benevento, indagato per la presunta irregolarità in alcune fatture, per presunti appalti truccati e appropriazioni indebite – le registrazioni risalivano al 2012 ed erano state effettuate nella casa di De Girolamo, sempre in provincia di Benevento, e successivamente consegnate da Pisapia ai magistrati. All’epoca De Girolamo era coordinatrice provinciale del Popolo della Libertà (finito dopo la scissione Forza Italia-NCD dello scorso anno).
Le registrazioni dimostrerebbero che De Girolamo all’epoca si occupava di diverse questioni legate alla sanità nella zona di Benevento, benché non avesse alcun incarico ufficiale. Il caso su cui si sono concentrati i giornali è quello sulla gestione di un bar all’interno della clinica Fatebenefratelli di Benevento. La clinica avrebbe dovuto pagare per il passaggio della licenza del bar tra alcuni parenti di De Girolamo, ma non sarebbe stata disposta ad effettuare l’operazione. De Girolamo avrebbe quindi fatto pressioni su alcuni dirigenti dell’ASL per sbloccare la situazione, e tra questi c’era anche Pisapia, che partecipò ad alcuni incontri con un registratore in tasca per registrare le conversazioni. E nel corso di una di queste, De Girolamo avrebbe detto: “Facciamogli capire che un minimo di comando ce l’abbiamo, altrimenti mi creano coppetielli con questa storia, mandagli i controlli e vaffanculo”.
De Girolamo si era difesa dicendo di essere “molto serena” e di avere “grandissima fiducia nella magistratura”, affermando anche di ricordarsi bene la conversazione che ebbe con Pisapia e che fu registrata a sua insaputa.