Quanto prende una cheerleader?
Molto poco, scrive l'Atlantic, e alcune della NFL hanno fatto causa alla loro società reclamando gli stipendi arretrati e denunciando le loro condizioni di lavoro
Mercoledì 22 gennaio le Raiderettes – le cheerleader della squadra di football di Oakland, gli Oakland Raiders, che giocano nel più importante campionato professionistico di football americano, la National Football League (NFL) – hanno fatto causa alla società accusandola di trattenere i loro stipendi fino alla fine della stagione, di non aver pagato tutte le ore di lavoro svolte nelle ultime quattro stagioni e di costringerle ad affrontare di tasca propria molte delle spese sostenute per lavoro. L’avvocato che difende le Raiderettes, Sharon Vinick, sostiene che i Raiders debbano già parecchi soldi delle passate stagioni alle cheerleader, a cui si aggiungono le migliaia di dollari che devono a quelle di questa stagione: «è come se i Raiders ritenessero che le leggi in difesa dei lavoratori della California», ha detto Vinick, «non vadano applicate alle cheerleader».
Secondo il contratto di lavoro delle Raiderettes – come riportato nella causa depositata dall’avvocato Vinick al tribunale della Contea di Alameda, in California – ogni cheerleader che si esibisce allo stadio durante una partita dei Raiders viene pagata 125 dollari a partita, a prescindere dal numero di ore di lavoro svolte; nelle giornate in cui si gioca una partita, le Raiderettes lavorano in totale circa nove ore al giorno, a cui si aggiungono le ore di lavoro svolte nel resto della settimana non soltanto per le prove e gli allenamenti, ma anche per altre esibizioni e apparizioni tra cui molte sessioni fotografiche, riunioni varie e altri incontri.
Una Raiderette che per un qualsiasi motivo non può esibirsi nel giorno della partita non viene pagata. Questo vale anche se non viene selezionata in seguito a una decisione del direttore artistico, colui che di volta in volta sceglie quali cheerleader si esibiranno durante la partita: la cheerleader “scartata” deve comunque rimanere a disposizione della squadra per eventuali altre esibizioni a margine della partita o durante l’intervallo, ma viene comunque pagata soltanto nel caso in cui venga effettivamente impiegata. Stando a quanto riportato dalle cheerleader che hanno fatto causa ai Raiders, le Raiderettes – mettendo da parte le esibizioni allo stadio – sono tenute a esibirsi mediamente altre 300 volte (o anche di più) durante la stagione, per eventi di beneficenza o di altro genere, per cui spesso non vengono retribuite.
Alla fine dei conti, il salario complessivo di una cheerleader dei Raiders è di 1.250 dollari a stagione (circa 914 euro), che corrisponde a poco meno di 5 dollari all’ora (3,65 euro), contando tutte le ore in cui svolgono questa attività. Ad ogni modo, secondo l’accusa i Raiders trattengono lo stipendio delle cheerleader fino alla fine della stagione di NFL, e cioè più o meno fino a gennaio (il Super Bowl si giocherà il prossimo 2 febbraio). E c’è poi tutta una serie di multe in cui le cheerleader possono incorrere, e che in caso devono pagare interamente di tasca propria.
Ogni settimana la cheerleader è tenuta a presentarsi agli allenamenti: sono due sessioni – ma spesso tre – a settimana, da circa tre ore ciascuna. Chi arriva in ritardo anche di pochi minuti per tre volte consecutive – o arriva in ritardo una sola volta ma per più di 15 minuti – rimedia un’“assenza”; chi accumula un certo numero di assenze deve pagare una multa, che corrisponde a una certa somma dedotta dallo stipendio: alla quarta assenza scatta una deduzione di 40 dollari, alla nona assenza scatta una deduzione di 380 dollari.
Le cheerleader sono anche multate se si presentano agli allenamenti con le uniformi sbagliate, o con i pon pon sbagliati, o senza tappetino per gli allenamenti, tutti oggetti di cui peraltro sono personalmente responsabili: se li smarriscono o li danneggiano o qualcuno glieli ruba, devono pagare anche quelli. Altre spese che devono affrontare autonomamente sono quelle di viaggio (spesso devono esibirsi anche lontano da Oakland) e quelle per le acconciature e i cosmetici prima delle partite.
Il magazine statunitense Atlantic ha approfondito l’episodio delle Raiderettes e ha fornito altri esempi di retribuzione delle cheerleader di altre squadre della NFL. Si tratta sempre e comunque di lavori part-time, scrive l’Atlantic, e alcune società richiedono alle ragazze di avere altre forme di reddito e altri lavori a parte quello da cheerleader.
Le cheerleader dei San Diego Chargers prendono 75 dollari a partita, più due biglietti gratis e un pass per il parcheggio. Quelle dei Baltimora Ravens prendono 100 dollari ogni dieci esibizioni nelle partite di casa; devono inoltre presentarsi cinque ore prima dell’inizio della partita, e devono partecipare alle due sessioni di prova settimanali, da tre ore ciascuna, che si svolgono da aprile a gennaio di ogni anno (e c’è anche un campo di allenamento estivo a giugno). Nella pagina delle FAQ (Frequently asked questions) delle cheerleader dei Ravens c’è scritto: “Diventare una cheerleader dei Ravens richiede un enorme impegno di tempo, ma è un’esperienza che non dimenticherete mai”.
Le cheerleader dei Dallas Cowboys, uno dei corpi più noti e ambiti della NFL, prendono 150 dollari a partita, e neanche loro sono pagate per le prove (che si dice siano particolarmente dure e impegnative). Per dare un’idea della quantità di denaro che invece circola nell’ambiente della NFL – quello riservato agli stipendi dei giocatori – l’Atlantic ricorda, per esempio, che il salario di base del quarterback dei Dallas Cowboys Tony Romo è di 11 milioni e mezzo di dollari all’anno.
Foto: le Raiderettes durante una performance allo stadio Coliseum di Oakland, in California, il 27 novembre 2011 (Ezra Shaw/Getty Images)