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  • Martedì 21 gennaio 2014

Roma è un disastro?

"Il risultato di decenni di gestione sconsiderata" è una città sporca, caotica e insicura, scrivono Sergio Rizzo e Paolo Conti in una estesa inchiesta sul Corriere della Sera

Foto LaPresse
26-06-2013 Roma
Cronaca
Degrado nelle aiuole
Foto LaPresse 26-06-2013 Roma Cronaca Degrado nelle aiuole

Il Corriere della Sera di martedì presenta in prima pagina una lunga inchiesta (sono annunciate puntate successive) sulle condizioni di vita nella città di Roma – “La caduta di una capitale tra incuria e delinquenza” – curata da Paolo Conti e Sergio Rizzo. Il tema del degrado – esteriore e istituzionale – di Roma è vecchio, abusato e spesso un luogo comune: ma come molti luoghi comuni ha anche degli argomenti, e Rizzo e Conti – pur con un’enfasi letteraria forse superflua – ne mettono in fila diversi.

Il crepitio delle fiamme che divorano rabbiose una Smart squarcia il silenzio della notte. L’aria è irrespirabile, il calore tremendo. Il vetro blindato della posta che sta dirimpetto, sul marciapiede, cede di schianto. Le finestre degli uffici del Senato, a venti passi di distanza. Siamo dietro Palazzo Madama, nella zona più controllata della capitale d’Italia, con una garitta dei carabinieri ogni dieci metri.

In 2.767 anni di storia a Roma si è visto certamente di peggio. Soprattutto di notte. «Un incosciente sei, uno che non considera l’imprevedibilità degli eventi se vai fuori a cena senza aver fatto testamento: in ogni finestra aperta, dove di notte si spiano i tuoi passi, sta in agguato la morte», ammoniva nelle sue Satire diciannove secoli orsono il poeta Giovenale. Anche a piazza dei Caprettari, il posto dove alle tre del mattino di venerdì 17 gennaio i coatti hanno dato fuoco a quella Smart, sono accaduti fatti ben più gravi. E non serve andare tanto indietro nel tempo.

Basterebbe ricordare la rapina che nel febbraio 1975, in quello stesso ufficio postale davanti al quale è bruciata la piccola utilitaria, si concluse con l’assassinio del poliziotto Giuseppe Marchisella: prima tragica impresa romana del Clan dei marsigliesi, antesignani della Banda della Magliana. Ma quel gesto sfrontato nel cuore del potere, in faccia a telecamere disseminate ovunque, dice tutto del degrado anche sociale nel quale è ripiombata Roma. Specchio di un Paese mai come oggi identificabile con quel lapidario aforisma regalatoci un secolo e mezzo fa da Mark Twain: «Così come noi americani non abbiamo passato, l’Italia sembra non avere futuro». Tanto da far tornare alla mente l’equazione della prima squassante inchiesta sulla speculazione edilizia e i rapporti fra affari e politica condotta dall’Espresso cinquantotto anni fa: «Capitale corrotta = Nazione infetta».

La classifica dei capoluoghi. Nel 2008 il futuro sindaco Gianni Alemanno aveva promesso in campagna elettorale tolleranza zero verso la criminalità, dopo l’omicidio a Tor di Quinto di una signora, Giovanna Reggiani, per mano del rumeno Nicolae Mailat. Cinque anni e mezzo dopo il suo successore Ignazio Marino si ritrova a guidare una città che la classifica della sicurezza stilata proprio dall’università romana La Sapienza per Italia Oggi Sette colloca al posto numero 101 sui 110 capoluoghi. Due posizioni dietro Napoli, che occupa la casella 99. E non può consolare il fatto che Milano sia ritenuta ancora meno sicura, la peggiore d’Italia. Perché la graduatoria della qualità complessiva della vita piazza il capoluogo lombardo ben 27 posti sopra Roma, precipitata negli ultimi due anni dalla cinquantunesima alla sessantaquattresima posizione.

E gli incidenti? Anche attraversare la strada può essere statisticamente un bel rischio. Nel 2012 sono stati travolti e uccisi dalle auto 56 pedoni, contro 24 a Milano, 9 a Napoli, 8 a Torino, Firenze e Palermo. Perché mai proprio a Roma il 37,8 per cento dei 148 investimenti mortali registrati in tutta Italia? Forse perché c’è l’abitudine di attraversare fuori dalle strisce o con il semaforo rosso. Ma pure chi al Comune ha il compito di studiare come far passare i pedoni da un lato all’altro della strada deve avere le sue responsabilità. Secondo i test degli attraversamenti pedonali realizzati dall’Epca, l’European pedestrian crossing assessment, Roma è al trentesimo posto su 31 città europee esaminate.

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foto: LaPresse