Michelle Obama ha 50 anni
Le foto poco solenni di questi anni e la sua storia prima di diventare "Michelle Obama"
Come è ovvio, nella vita di Michelle Obama c’è un prima e un dopo, e lo spartiacque è l’elezione alla Casa Bianca di suo marito Barack Obama. Prima era Michelle LaVaughn Robinson: figlia di un operaio e di una casalinga, discendente di una famiglia di schiavi; sorella minore di Craig Robinson, grande giocatore di pallacanestro universitaria; ottima studentessa di liceo (distanza casa-scuola: tre ore) e poi delle università di Princeton e di Harvard, dove ha ottenuto lauree in sociologia e giurisprudenza. Prima era attivista per i diritti delle minoranze; dirigente dell’ospedale di Chicago responsabile dei community affairs; avvocato specializzato in marketing e diritti d’autore dello studio legale Sidley Austin di Chicago. Lo studio legale in cui conobbe Barack Obama, altro promettente giovane avvocato: le fu detto di fargli da tutor. Era il 1989, lei aveva 25 anni, Barack Obama ne aveva 27.
Michelle Robinson e Barack Obama si sono sposati nel 1992. Lei ha continuato a lavorare, riducendo gli orari, fino al 2006: parecchio dopo l’ingresso in politica di suo marito, che fu eletto al Senato statale nel 1996 e al Senato federale nel 2004. Nel 2008 è diventata la moglie del primo presidente nero della storia degli Stati Uniti, nonché a sua volta la prima first lady nera della storia degli Stati Uniti. Le aspettative dell’opinione pubblica e dei democratici nei suoi confronti sono state in certi momenti persino più alte di quelle rivolte verso suo marito, che si sapeva avrebbe affrontato numerosi ostacoli politici; il ruolo di first lady infatti non prevede alcun potere esecutivo ma grande influenza culturale e totale libertà su come esercitarla. Sulla carta, almeno, ché poi le cose sono più complicate: una first lady molto attiva su temi particolarmente delicati – come fu Hillary Clinton – può rivelarsi controproducente per l’amministrazione guidata dal marito, mentre una di basso profilo può privare il paese di un esempio proficuo.
Nei sei anni che ha trascorso alla Casa Bianca, Michelle Obama sembra aver trovato un punto di equilibrio: ha impiegato il suo carisma e la sua influenza in questioni politicamente rilevanti ma non particolarmente ideologiche, come il sostegno alle famiglie dei veterani o la necessità di cambiare alimentazione e fare attività fisica; ha rappresentato per suo marito – che straccia in termini di consensi e popolarità – un sostegno non soltanto personale ma politico, risultando preziosissima durante le fasi più complicate delle campagne elettorali (le newsletter firmate col suo nome hanno sempre generato le donazioni più sostanziose). Ha lasciato all’amministrazione, al governo eletto, le questioni politicamente più delicate, anche quelle che potevano riguardarla come i diritti delle minoranze e delle donne, ragione per cui è stata a volte criticata dall’opinione pubblica più di sinistra – ma è stato questo equilibrio che le ha permesso di conservare negli anni un’influenza culturale vasta, variegata e crescente.
Da oggi non è più una quarantenne, e anche questo – insieme all’abitudine di vederla lì – contribuisce a diluire la portata straordinaria del suo arrivo alla Casa Bianca. Ma le fotografie poco solenni che abbiamo scelto mostrano come valga anche per lei, forse persino di più, quello che avevamo scritto nella stessa occasione riguardo l’identità speciale di Barack Obama: la capacità di essere allo stesso tempo straordinaria e uno-di-noi, di essere sia eccezionale rispetto ai suoi elettori e avversari e sia familiare e persona-normale a sufficienza per guadagnare fiducia e conoscere il paese che guida, anche senza poteri.