La California ha un problema con l’acqua
Gli argini del vecchio intricato delta da cui dipende l'approvvigionamento idrico si stanno sfaldando, il progetto per risolvere la questione è molto discusso e criticato
La maggior parte delle forniture idriche per il settore agricolo della California, così come quelle di acqua potabile per le città di Los Angeles e San Diego, arriva dalle acque del vastissimo delta dei fiumi Sacramento e San Joaquin, che si trova a nord est della baia di San Francisco. Come spiega Lessley Anderson su The Verge, però, l’intricato delta del Sacramento-San Joaquin (conosciuto comunemente soltanto come il Delta) si regge su una serie di vecchi argini e alzate che si stanno sfaldando e che, a causa di un terremoto più intenso del solito o dell’innalzamento del livello del mare, potrebbe crollare – mettendo così seriamente a rischio la produzione alimentare della California.
Il piano proposto dalla California per risolvere il problema è ora al centro di un ampio dibattito pubblico che si concluderà ufficialmente il prossimo aprile. La storia, già interessante per il colossale progetto ingegneristico che prevederebbe, è resa ulteriormente affascinante dal numero e dall’entità di interessi che ruotano attorno al piano, non solo economici.
Cos’è il Delta?
In origine il Delta era una vastissima zona paludosa, precisamente una piana tidale, alimentata da una parte dalle acque dell’oceano e dall’altra da quelle provenienti dai due maggiori fiumi dello stato: il Sacramento e il San Joaquin che scorrono nel nord della California.
Quando a metà del diciannovesimo secolo fu trovato l’oro in California, il Delta fu dragato e con il materiale rimosso dal letto del fiume furono formate terre coltivabili per sfamare i minatori; successivamente, gli immigrati cinesi che arrivarono per costruire la ferrovia transcontinentale costruirono gli argini che ancora oggi formano i canali in cui le acque del Delta furono convogliate.
Oggi il Delta, oltre a essere un’area agricola piuttosto importante, è anche un prezioso ecosistema per la migrazione dei salmoni reali (da cui dipende una parte dell’industria ittica californiana) e per la sussistenza di altre specie locali che dipendono dal suo particolare equilibrio di acque dolci e salate.
Allo stato attuale, l’acqua del Sacramento e del San Joaquin scorre attraverso i canali del Delta prima di essere convogliata verso le grandi città costiere della California e verso le altre aree agricole dello stato (si stima che 25 milioni di persone e 120 000 chilometri quadrati di terreni agricoli dipendano dall’acqua del Delta). Allo scopo di migliorare il lento flusso delle acque, però, l’acqua viene artificialmente pompata dal Delta con un impianto posto sul suo versante meridionale. Questo sistema, tuttavia, muovendo le acque in modo innaturale crea una falsa corrente nei canali del Delta che confonde i pesci: ciclicamente questi devono essere recuperati dalle aree dove finiscono per errore e riportati con grossi container più a nord, dove vengono liberati nel Delta.
Già nel 1982 un primo progetto per cambiare i sistemi di approvvigionamento idrico del Delta fu approvato dal Congresso statale ma bocciato con un referendum: prevedeva la costruzione di un canale che convogliando le acque del fiume Sacramento passasse poi intorno al Delta.
Cosa prevede il nuovo progetto?
L’attuale progetto del governo californiano – il Bay Delta Conservation Plan (BDCP) – prevede la costruzione di due lunghi canali sotterranei che prendano l’acqua a monte del Delta e la convoglino fino a valle, dove si trovano le riserve da cui l’acqua viene distribuita a tutto lo stato.
Come spiega Mark Cowin, direttore del dipartimento per le risorse idriche della California, il progetto prevede la costruzione sul Sacramento di tre sifoni per l’aspirazione dell’acqua – schermati in modo tale da salvaguardare la fauna ittica – e di una coppia di tunnel, ognuno avente diametro di circa 12 metri, costruiti con criteri antisismici e scavati a cinquanta metri di profondità, che salvaguarderebbero l’approvvigionamento idrico anche in caso di terremoti o mutazioni dovute ai cambiamenti climatici. In questo momento infatti un terremoto particolarmente violento potrebbe far crollare i fragili argini dei canali, sommergendo le isole del Delta e producendo un effetto di risucchio delle acque marine; il sale delle acque marine danneggerebbe le pompe di approvvigionamento imponendone lo spegnimento, lasciando così gran parte della California senza acqua.
Questo video (in inglese) è stato prodotto per spiegare come il BDCP avrebbe conseguenze positive per la salvaguardia dell’ecosistema del Delta, e cerca di rispondere alle critiche che il progetto ha ricevuto.
Le critiche al progetto
I critici del BDCP sostengono che il progetto sarebbe un water grab, un furto di acqua, e prosciugherebbe il Delta danneggiandone sia le attività agricole che l’ecosistema a favore delle attività agricole del sud della California e delle influenti lobby petrolifere – pesando oltretutto in modo eccessivo sui bilanci pubblici, visti i 50 miliardi di dollari di costo preventivato (secondo le stime ufficiali sarebbero 25 i miliardi necessari).
Secondo la campagna Stop the tunnel il nome del progetto – che allude alla salvaguardia ambientale – è pretestuoso e fuorviante: il piano sarebbe in realtà motivato dalla necessità di fornire più acqua alle ricche aziende agricole del sud e alle compagnie petrolifere. Queste ultime, infatti, hanno in progetto di iniziare estrazioni nel sud della San Joaquin valley con la tecnica della fratturazione idraulica (il fracking) che richiede, per la sua implementazione, grandissime quantità d’acqua da iniettare nel terreno. In alternativa gli oppositori del progetto propongono di investire per sistemare gli argini esistenti, ricostruire le infrastrutture e migliorare l’efficienza idrica di abitazioni, esercizi commerciali e del settore agricolo.
David Sunding, economista dell’università di Berkeley, ha guidato un gruppo indipendente che si è dedicato a uno studio dell’impatto economico del progetto. In un articolo apparso sul Sacramento Bee, Sunding ha spiegato come il BDCP si trovi in una posizione poco invidiabile: dallo stato del Delta, infatti, dipendono molteplici e diversificate attività economiche e le provvigioni di acqua potabile per alcune grandi città della California. Il progetto, dunque, costituisce la ricerca di un terreno comune tra interessi forti e divergenti.
Secondo Sunding la versione finale del progetto non è, per molti versi, la migliore possibile ma costituisce un compromesso necessario tra i diversi attori, pubblici e privati, che hanno interessi legati al BDCP. Per fare un esempio, il progetto iniziale prevedeva la costruzione di cinque impianti per l’aspirazione dell’acqua e da un punto di vista meramente economico e tecnico questa sarebbe stata la scelta migliore; tuttavia, a seguito della preoccupazione delle agenzie governative per l’impatto ambientale che i cinque impianti avrebbero avuto, questi sono stati ridotti a tre nel progetto finale.
Il Bay Delta Conservation Plan deve avere senso da un punto di vista biologico per le agenzie ambientali e deve avere senso economicamente per i cittadini contribuenti. Tutto questo mentre aiuta lo stato nel raggiungimento di più vasti obbiettivi economici e ambientali. Il piano è un atto di compromesso, ma il suo costo complessivo e i suoi benefici non lo sono. Per il futuro economico della California, il nuovo piano si ripagherebbe ampiamente.