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  • Martedì 14 gennaio 2014

La poligamia negli Stati Uniti

Il New York Times si chiede se sia un retaggio di inciviltà o un nuovo obiettivo di diritti civili, come il matrimonio gay

FILE - In this file publicity photo provided by TLC, Kody Brown, center, poses with his wives, from left, Robyn, Christine, Meri and Janelle, in a promotional photo for the reality series, "Sister Wives," which aired in March, 2011. When the polygamous family learned in December 2013 that a federal judge in Utah struck down key parts of the state's polygamy laws, Brown and his four wives said they cried and felt deeply emotional. The family says they are grateful for the ruling, but said winning the lawsuit they brought against Utah in July 2011 doesn’t ease the pain caused by the significant personal sacrifices they made when they fled the state for Las Vegas under the threat of prosecution. (AP Photo/TLC, George Lange, File)
FILE - In this file publicity photo provided by TLC, Kody Brown, center, poses with his wives, from left, Robyn, Christine, Meri and Janelle, in a promotional photo for the reality series, "Sister Wives," which aired in March, 2011. When the polygamous family learned in December 2013 that a federal judge in Utah struck down key parts of the state's polygamy laws, Brown and his four wives said they cried and felt deeply emotional. The family says they are grateful for the ruling, but said winning the lawsuit they brought against Utah in July 2011 doesn’t ease the pain caused by the significant personal sacrifices they made when they fled the state for Las Vegas under the threat of prosecution. (AP Photo/TLC, George Lange, File)

lI 14 dicembre Clark Waddoups, giudice federale dello Utah, ha parzialmente abrogato alcune norme che proibivano la poligamia nello stato, dando ragione a Kody Brown, marito di quattro mogli, padre di diciassette figli e, con loro, protagonista del reality show televisivo Sister Wives. La storia della famiglia Brown è stata raccontata dal New York Times che ha cercato anche di capire se la battaglia per il riconoscimento legale della poligamia sia un retaggio di religiosità fondamentalista o piuttosto un avanzamento dei diritti civili così come, per esempio, il riconoscimento dei matrimoni gay.

I Brown
Kody Brown è un membro della Apostolic United Brethren Church (Chiesa della Fratellanza Apostolica Unita) – un gruppo scissionista della chiesa mormona che, a differenza di questa, riconosce il matrimonio poligamo – e si è sposato nel 1990 con Meri, nel 1993 con Joanelle, nel 1994 con Christine e infine nel 2010 con Robyn. In realtà solo il primo matrimonio è legalmente riconosciuto, gli altri sono solo ‘matrimoni spirituali’ come li definiscono loro: la legge dello Uath, infatti, proibisce la concessione di più licenze matrimoniali. I Brown e i diciassette figli avuti nel corso degli anni ora vivono in quattro villette contigue a Las Vegas in Nevada, dove si sono dovuti trasferire quando il procuratore generale dello Utah, dove abitavano allora, aveva minacciato di incriminarli per violazione delle leggi contro la poligamia dopo la prima puntata del loro reality show.

Secondo il New York Times la famiglia Brown non ricorda affatto lo stereotipo della famiglia poligama patriarcale e integralista ma fa pensare piuttosto a una divertente e indaffarata famiglia da sit-com che cerca di gestire la sua crescente popolarità e i problemi che questa gli ha creato, come la curiosità pruriginosa di quelli che spesso chiedono se a letto “facciano cose strane” e le critiche ricevute per aver esposto le vite dei loro figli.

Durante l’intervista con i Brown raccontano come per molti anni abbiano fatto fatica a mantenere economicamente una così larga famiglia e come solo recentemente la situazione sia cambiata, da quando, nel 2010, è cominciato sul network nazionale via cavo TLC Sister Wives (Mogli Sorelle: il modo in cui si definiscono le mogli di una famiglia poligama) e da quando, nel 2012, hanno pubblicato un libro sul loro matrimonio.

Secondo il New York Times quella dei Brown è per molti versi una famiglia convenzionale e oltre ai problemi economici, con le famiglie convenzionali condivide altri problemi quotidiani. I figli, come racconta l’articolo, sono uno dei motivi di discussione più frequente tra i genitori. Nonostante le singole relazioni coniugali tra marito e mogli siano separate, i figli vengono accuditi da tutti i genitori e tra di loro si trattano come fanno tutti i fratelli senza differenze. Kody Brown racconta di quando voleva impedire a sua figlia Madison, allora ancora adolescente, di farsi il buco all’orecchio (pratica malvista dalla chiesa dei Brown) e dovette scontrarsi con tutte e quattro le sue mogli, che invece erano favorevoli, e di come alla fine dovette acconsentire, ottenendo in cambio limitazioni sui tatuaggi.

Cosa dice la sentenza
Con la sentenza del 14 dicembre, il giudice federale Clark Waddoups ha dichiarato incostituzionali le norme dello Utah che proibiscono la poligamia, definita come la coabitazione di una persona sposata con un’altra persona diversa dal coniuge. La sentenza si basa su un’estensione delle conclusioni che la Corte Suprema raggiunse nel 2003 quando, al termine della causa “Lawrence contro lo Stato del Texas”, abolì le norme che proibivano il sesso omosessuale in quanto queste violavano il principio costituzionale del diritto a non ricevere interferenze nella condotta di vita privata.

La sentenza, dunque, non ha legalizzato il matrimonio poligamo ma si è limitata a stabilire il diritto di adulti consenzienti a vivere la loro vita privata come preferiscono.

Cos’è la poligamia e cosa ci fa negli Stati Uniti
La poligamia è definita come “unione matrimoniale di un individuo con due o più individui dell’altro sesso”, la parola, dunque, si riferisce a unioni matrimoniali di un uomo con più donne ma anche di una donna con più uomini. In realtà, per ragioni storiche e sociali, quando comunemente si parla di poligamia ci si riferisce solamente al matrimonio di un uomo con più donne, la poliginia (poliandria è invece la forma opposta).

La poligamia nella storia è stata per lungo tempo accettata. Nella Bibbia, per esempio, la poligamia è presente insieme ad altre forme di matrimonio. Evidenze scientifiche, inoltre, suggeriscono che la poliginia sia stata molto diffusa per decine di migliaia di anni: Michael Hammer, dell’Università dell’Arizona, in uno studio del 2008 sulle mutazioni del patrimonio genetico umano nel corso della storia, trovò che questa potesse essere la spiegazione per una maggior frequenza di mutazioni del cromosoma X (presente in due copie nel DNA femminile) riscontrate nei soggetti dello studio.

Non esistono dati recenti sull’incidenza della poligamia nel mondo moderno. L’Independent ha provato a mettere insieme quello che se ne sa oggi, spiegando che la poligamia è ancora largamente praticata in certe comunità musulmane, soprattutto nell’Africa occidentale: in Senegal, per esempio, il 47% dei matrimoni è poligamo. Negli Stati Uniti – caso piuttosto eccezionale di persistenza della poligamia nei paesi dell’Occidente – precisamente nello Utah, circa 10mila persone appartenenti alle comunità di Mormoni fondamentalisti vivono in stato di poligamia.

La chiesa Mormone, una religione autoctona nordamericana, fu fondata da Joseph Smith all’inizio del diciannovesimo secolo. Fu Smith, che la presentò proprio come una delle rivelazioni che aveva ricevuto, a introdurre la poligamia negli Stati Uniti. Inizialmente la poligamia era considerata un valore dai Mormoni ma venne abbandonata ufficialmente dalla chiesa nel 1890 in seguito alla crescente repressione governativa contribuendo alla formazione di gruppi scissionisti (come quello a cui appartiene la famiglia Brown) che sono i soli, oggi, a praticare la poligamia, in modo nascosto ed illegale.

La poligamia e i diritti civili
La sentenza del giudice Waddoups e la crescente popolarità dei Brown hanno rigenerato il dibattito pubblico sulla poligamia. Molti osservatori conservatori hanno visto nella sentenza la fine di ogni possibile limite alla distruzione della società tradizionale basata sul matrimonio monogamo tra uomo e donna. Rick Santorum, ex candidato alle primarie del partito repubblicano, ha commentato riprendendo una sua previsione secondo cui la legalizzazione di qualunque rapporto sessuale tra adulti consenzienti, che la sentenza del 2003 aveva sancito, “danneggia il tessuto della nostra società”.

Jonathan Tobyn, un giornalista conservatore ha scritto che “la logica inesorabile della fine delle leggi sul matrimonio tradizionale ci conduce alla legalizzazione della poligamia” argomentando che il riconoscimento di forme di matrimonio come quella poligama deriva dalla crescita delle posizioni favorevoli al matrimonio gay. Come ha notato anche Conor Friedersdorf del magazine Atlantic, questa osservazione è sostanzialmente giusta e se si sostiene la posizione più liberal secondo cui le questioni di scelte sessuali debbano essere considerate come scelte private tra adulti consenzienti da salvaguardare dalle intrusioni dello Stato è piuttosto difficile argomentare contro il matrimonio poligamo senza prendere una posizione moralista. Secondo la stessa logica, tuttavia, per Friedersdorf i matrimoni poligami dovrebbero essere accettabili anche per un conservatore: sono istituti con tradizioni bibliche, costituiti in base a una fede cristiana, e limitati dall’ingerenza dello Stato.

In un articolo pubblicato pochi giorni dopo la sentenza, Jonathan Turley, avvocato della famiglia Brown e professore di Legge, ha spiegato come questa sentenza potrebbe segnare la fine delle leggi moraliste come quelle che, in alcuni stati, ancora considerano crimini la masturbazione e la fornicazione. Secondo Turley le leggi contro la poligamia derivano semplicemente da un radicato pregiudizio sociale verso le famiglie poligame e possono essere equiparate a quelle che, fino a pochi decenni fa, proibivano le relazioni interrazziali e fino a pochi anni fa quelle tra persone dello stesso sesso.

Il problema che questa sentenza pone, sostiene il New York Times, è dunque relativo alla misura in cui le leggi possono imporre una certa morale e lo pone costringendo a rivedere il diffuso pregiudizio verso le famiglie poligame che sono spesso presentate come famiglie patriarcali in cui le donne e i figli sono tenuti in uno stato di subordinazione, se non addirittura di prigionia. Shoshana Grossbard, professoressa emerita all’Università di San Diego, ha fatto notare come le società poligame siano fortemente ingiuste per le donne che sono spesso vittime di matrimoni combinati in cui ci sono grandissime differenze di età tra i coniugi. Le Nazioni Unite hanno più volte condannato la poligamia, considerandola come una violazione dell’uguaglianza tra uomo e donna e hanno richiesto la sua abolizione.

La storia positiva della famiglia Brown, tuttavia, non costituisce un caso isolato: William Jankowiak, direttore del dipartimento di sociologia dell’Università del Nevada, spiega che uno studio accademico ha indicato come a fronte del 35% di “matrimoni terribili”, il 65% dei matrimoni poligami, negli Stati Uniti, siano “accettabili”.

Intanto il procuratore generale dello Utah Sean Reyes ha annunciato che farà ricorso contro la sentenza, mentre resta vigente il divieto di concedere più licenze matrimoniali.