Sharon, da non ammirare
Il romanziere israeliano Abraham Yehoshua racconta successi e insuccessi del primo ministro israeliano morto sabato
Si terranno oggi in Israele i funerali di Ariel Sharon, ex primo ministro israeliano, morto sabato dopo otto anni di coma. Sharon è stato una delle persone più importanti e controverse della storia recente di Israele: sulla Stampa di oggi lo scrittore israeliano Abraham B. Yehoshua spiega perché secondo lui in fin dei conti la sua figura ha portato più danni che benefici al paese.
I giornali e i mezzi di comunicazione israeliani (e in parte anche stranieri) sono impegnati in resoconti, per lo più elogiativi, della complessa personalità di Ariel Sharon, della sua altalenante carriera militare e politica dai contorni quasi mitici e della sua variopinta figura. Considerato il fatto che Sharon è rimasto in uno stato di coma negli ultimi otto anni e la sua fine era prevista, tutti hanno avuto il tempo di prepararsi alla sua morte, di spulciare negli archivi e di raccogliere aneddoti sulla sua vita.
Nessun leader, dopo le dimissioni da primo ministro di David Ben-Gurion, può vantare una presenza tanto forte e contraddittoria nella vita politica israeliana come quella di Ariel Sharon. I numerosi alti e bassi della sua esistenza lo hanno reso, ancora in vita, protagonista di un dramma quasi hollywoodiano. Da reietto, dopo l’umiliante fallimento della Prima guerra del Libano nel 1982 da lui intrapresa e condotta in veste di Ministro della Difesa, Sharon è arrivato ai massimi vertici dello stato quando è stato eletto Primo Ministro nel 2001. E prima che un ictus lo fermasse ha fondato un nuovo partito, ha evacuato insediamenti e ha ritirato l’esercito dalla Striscia di Gaza.
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foto: Kevin Frayer-Pool/Getty Images