FIAT si quoterà in borsa a New York?
Dopo l'acquisizione di Chrysler ci sarà la fusione, e poi secondo Reuters il gruppo sposterà dall'Italia le proprie operazioni
Dopo l’accordo per acquisire il 100 per cento delle quote di Chrysler, il titolo di FIAT ha chiuso con un rialzo del 16 per cento alla Borsa di Milano, dove è quotato, mostrando il gradimento dei mercati finanziari per l’operazione. Ora secondo gli analisti si procederà con una fusione dei due marchi, che formeranno il settimo gruppo di produzione di automobili più importante del mondo. Alcune fonti vicine alla FIAT hanno detto a Reuters che Sergio Marchionne, amministratore delegato FIAT e Chrysler, potrebbe scegliere di quotare il nuovo gruppo a New York, spostando così il baricentro della società dall’Italia agli Stati Uniti.
Questa mossa consentirebbe a Marchionne di esibire direttamente i guadagni del gruppo sul mercato finanziario più importante del mondo: potrebbe così convincere gli investitori che FIAT non è più una piccola azienda europea e che dopo la fusione con Chrysler può competere con gli altri due colossi statunitensi dell’auto, General Motors e Ford. La quotazione a New York allontanerebbe poi in qualche modo la dirigenza della FIAT dai problemi che ha in Italia, soprattutto nei rapporti con i sindacati.
Secondo molti esperti il modello che Fiat impiegherà per la fusione con Chrysler sarà lo stesso usato in passato per la fusione di un suo gruppo, FIAT Industrial, che produceva veicoli agricoli e industriali, con la società olandese CNH Global: ne è nata CNH Industrial, quotata a Milano e a New York.
In Italia i sindacati e una larga fetta della politica italiana dicono da anni di essere preoccupati e temere un trasferimento massiccio all’estero delle attività e della produzione di FIAT. Domenica 5 gennaio il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, ha detto al Sole 24 Ore di aver ricevuto da Marchionne rassicurazioni circa il fatto che FIAT manterrà “una forte radice del gruppo in Italia”, dando garanzia di investimenti futuri. Nel 2010 Sergio Marchionne aveva assicurato 20 miliardi di euro di investimenti in Italia, nel cosiddetto progetto Fabbrica Italia, poi abbandonato. I sindacati chiedono di sapere cosa sarà degli stabilimenti italiani dopo la fusione.
Foto: Sergio Marchionne a Detroit, il 21 maggio 2010. (Photo by Bill Pugliano/Getty Images)