Le proteste degli operai tessili in Cambogia
La polizia ha sparato e ucciso almeno tre persone tra i manifestanti che chiedono un aumento del salario minimo da 80 a 160 dollari al mese
Venerdì 3 gennaio almeno tre persone sono state uccise e altre decine sono rimaste ferite dopo che la polizia ha sparato contro una manifestazione di operai tessili a Phnom Penh, in Cambogia. Gli scontri sono avvenuti nel distretto industriale di Canadia, a sud della città, dopo una settimana di proteste in cui gli operai hanno chiesto un aumento del salario minimo. Sabato 4 gennaio le violenze sono proseguite quando la polizia ha disperso diverse manifestazioni dei partiti politici di opposizione.
Le manifestazioni degli operai sono cominciate una settimana fa, quando le organizzazioni di rappresentanza hanno chiesto al governo di aumentare il salario minimo dei lavoratori del settore da 80 dollari a 160 dollari al mese. A parte alcuni piccoli scontri, le manifestazioni si sono svolte in modo pacifico fino a giovedì 2 gennaio, quando la polizia ha arrestato alcune persone. Il giorno successivo gli operai si sono radunati intorno alla zona industriale di Canadia, dove hanno organizzato barricate, blocchi stradali, hanno dato fuoco a copertoni e lanciato sassi. La polizia ha risposto sparando. Secondo l’inviato speciale delle Nazioni Unite, Surya Subedi, ci sarebbero stati almeno 4 morti e diverse decine di feriti. La polizia cambogiana ha dichiarato che i morti sono stati tre e i feriti soltanto due.
Le proteste dei lavoratori dell’industria tessile sono frequenti in Cambogia. Il settore occupa circa mezzo milione di operai, su una popolazione di 14 milioni di abitanti. Le esportazioni di vestiti valgono circa 5 miliardi di dollari e costituiscono l’80 per cento di tutte le esportazioni del paese. Prima che cominciassero gli scontri, gli operai del tessile erano in sciopero da circa una settimana, appoggiati da uno dei principali partiti di opposizione, il Partito della Salvezza Nazionale (PSN), guidato da Sam Raisny – un oppositore politico da poco rientrato in Cambogia dopo un autoesilio in Francia seguito ad alcune condanne.
Nelle ultime settimane, il PSN ha organizzato grandi manifestazioni e raduni di protesta – a cui spesso hanno partecipato anche monaci buddisti. In particolare, l’opposizione accusa il governo di aver commesso dei brogli durante le ultime elezioni del luglio 2013 – un’accusa fatta anche da diverse ONG internazionali. Attualmente in Cambogia è al governo il Partito del Popolo della Cambogia, guidato da Hu Sen che è anche primo ministro del paese dal 1985 (e questo fa di lui il leader in carica da più tempo in tutta l’Asia).