Le leggi sulla marijuana nel mondo
Dove è legale, come in Colorado; dove è tollerata, come nei Paesi Bassi; dove è illegale, come in Italia
La regolazione del consumo e della vendita di marijuana è tornata da qualche giorno oggetto di attenzione e discussione tra i media internazionali, soprattutto dopo la notizia della sua legalizzazione in Colorado. Se il caso del Colorado costituisce un’eccezione – le forme di legalizzazione della marijuana lì sono infatti molto particolari e nuove – ci sono molti paesi che negli anni hanno deciso di consentirne un uso terapeutico o ne tollerano il possesso e la vendita (e funziona). Il quotidiano francese Le Monde ha compilato una lista che mostra come funzionano le leggi in materia nei principali stati dell’Europa e del resto del mondo.
Legalizzazione
Del Colorado abbiamo scritto qui e qui. Riassumendo: dal primo gennaio di quest’anno sono stati legalizzati e dunque regolamentati il consumo e la vendita di marijuana: si può comprare la marijuana per fini “ricreativi” se si hanno almeno 21 anni, i residenti possono acquistare fino a un’oncia alla volta (circa 28 grammi) mentre per gli stranieri e gli americani di altri stati il limite massimo per ogni acquisto è di un quarto di oncia (circa 7 grammi). Si può acquistare – nei negozi che hanno ottenuto la licenza – più volte nello stesso giorno, purché per ogni acquisto non si superi l’oncia; non si può fumare “apertamente e pubblicamente”. È permesso, infine, coltivare un massimo di 6 piante di marijuana a casa propria (con alcune differenze tra città e città), a condizione che si trovino in uno spazio chiuso.
La legge che regola la produzione, il possesso e la distribuzione della marijuana in Colorado era entrata in vigore il 10 dicembre 2012, dopo essere stata approvata tramite un referendum popolare il 6 novembre 2012: la stessa legge era stata approvata anche nello stato di Washington ma lì i primi negozi autorizzati apriranno probabilmente nella seconda metà del 2014.
In Uruguay la legalizzazione della cannabis con norme che ne regolano produzione, distribuzione e vendita, è stata approvata il 10 dicembre. Le prime licenze non sono ancora state distribuite e dovrebbero essere concesse dal governo a partire dalla seconda metà del 2014. La legge permette a tutti i maggiorenni di coltivare la marijuana in casa con il limite massimo di sei piante e una produzione annuale che non può superare i 480 grammi a persona. È permessa anche la coltivazione promossa da associazioni con un numero di soci compreso tra i 15 e i 45: in questo caso il limite del numero di piante consentito è di 99. Le farmacie autorizzate potranno vendere fino a un massimo di 40 grammi al mese per ciascun acquirente, che dovrà però iscriversi preventivamente in un registro obbligatorio. La vendita dovrebbe essere riservata solo ai cittadini uruguaiani e a chi ha la residenza nel paese.
Depenalizzazione o tolleranza
Nei Paesi Bassi il possesso, l’acquisto e la coltivazione non sono legali ma tollerati e regolamentati dal 1976. Nella legislazione olandese le cosiddette “droghe pesanti” sono distinte dalla cannabis (marijuana e hashish): il possesso di cannabis per uso personale (fino a 30 grammi) non è considerato un reato ma un’infrazione. La vendita di cannabis nei “coffeeshop” è una violazione della legge, ma non viene perseguita se avviene in condizioni severamente controllate: non è permesso vendere alla stessa persona più di 5 grammi al giorno né vendere ai minorenni, che non possono proprio entrare nei locali dove si vendono derivati della cannabis.
Nel luglio del 2001 il Portogallo ha approvato una legge che ha depenalizzato l’uso di tutte le droghe e ha fissato, attraverso una tabella, il loro possesso fino a quantità pari ai bisogni di dieci giorni di consumo: 25 grammi di marijuana, 5 grammi di hashish, un grammo di eroina, 2 grammi di cocaina e un grammo di MDMA, il principio attivo dell’ecstasy. Le sostanze elencate nella tabella restano ancora illegali ma le persone trovate in possesso di sostanze stupefacenti non sono più arrestate, bensì inviate davanti a una commissione formata da un giurista, uno psicologo e un medico – chiamata ”Commissione di avvertimento sulle tossicodipendenze” – che valuta il percorso dell’utilizzatore, il suo livello di consumo della sostanza e propone un sostegno psicologico o l’opportunità di accettare un trattamento di recupero finanziato dallo Stato. Il consumatore non ha l’obbligo di seguire queste indicazioni, ma deve evitare di essere inviato nuovamente di fronte alla commissione nell’arco di sei mesi. In caso contrario viene punito con una multa che varia a seconda dei casi e che può raggiungere il livello del salario minimo nazionale.
Anche la Spagna non riconosce di fatto come reato il possesso o il consumo di cannabis, se non in luoghi pubblici e in certe quantità. Fumare hashish e marijuana è possibile grazie ai Social Cannabis Club, nei quali la marijuana non viene venduta ma distribuita e condivisa tra i membri dell’associazione – i quali, al momento dell’iscrizione, si impegnano a consumare cannabis all’interno del club, a non portarla fuori per venderla e a non acquistarla illegalmente.
In Repubblica Ceca il possesso di piccole quantità di droghe leggere è stato depenalizzato nel gennaio del 2010: le quantità sono state fissate a 15 grammi per la marijuana e a 5 grammi per l’hashish. Il possesso di un quantitativo maggiore può essere punito con un anno di reclusione. In Belgio è tollerato il possesso per uso personale di una quantità pari a 3 grammi, in Germania una sentenza della Corte Costituzionale del 1994 ha stabilito che i diversi Länder dovrebbero rinunciare all’azione penale nei casi di minore gravità, quando il possesso di cannabis per uso personale è in una quantità giudicata insignificante, quando non vi è alcun danno a terzi e quando non sono coinvolti minori.
Il Messico nell’agosto del 2009 ha depenalizzato l’uso personale dei derivati della canapa indiana per quantità che non superino i 5 grammi. In Marocco coltivare, vendere o esportare cannabis resta illegale, ma sono tollerate la coltivazione e l’uso personale. Un caso particolare riguarda l’Iran, dove è legale coltivare marijuana per scopi alimentari. Il possesso per uso personale è tollerato fino a 15 grammi.
Autorizzazione per uso terapeutico
La California è stato il primo stato americano a legalizzare la marijuana per uso terapeutico nel 1996: la sostanza serve ad alleviare dolori legati soprattutto a patologie croniche e neoplastiche. L’introduzione di quella legge ha permesso l’apertura di numerosi centri autorizzati di produzione di cannabis, centri specifici di trattamento e strutture parafarmaceutiche di distribuzione. Attualmente negli Stati Uniti sono venti gli stati, oltre al District of Columbia, ad aver legalizzato l’uso di marijuana per scopi medici. Anche in Europa sono diversi gli stati ad aver consentito questo tipo di utilizzo: Germania, Belgio, Svizzera e Gran Bretagna.
E in Italia?
L’uso della marijuana in Italia è illegale. La legge in vigore in materia di disciplina degli stupefacenti è la cosiddetta “Fini-Giovanardi”, che generò molte discussioni quando fu emanata nel 2006. La legge, che non prevede distinzioni tra droghe leggere e pesanti, ha portato a un inasprimento delle sanzioni relative non solo alla produzione e al traffico ma anche al consumo di sostanze stupefacenti: per l’uso personale oggi sono previste sanzioni amministrative come la sospensione del passaporto, della patente di guida o del porto d’armi, e l’inserimento in un programma terapeutico. La legge Fini-Giovanardi, tra le altre cose, ha contributo in maniera decisiva al sovraffollamento delle carceri italiane degli ultimi anni. Lo scorso febbraio la Corte di Appello di Roma ha sollevato alcune importanti questioni sulla legge, che secondo i giudici presenta più di un profilo di incostituzionalità: tra gli altri, la mancata distinzione fra droghe leggere e droghe pesanti e la sproporzione delle pene rispetto alla pericolosità delle condotte da reprimere.
Nel giugno del 2013 è stata presentata una proposta di legge dal parlamentare di SEL Daniele Farina che esclude la «punibilità della coltivazione ‘domestica’ di cannabis, destinata all’uso personale o ceduta a terzi per il consumo immediato» e, nello stesso tempo, differenzia le «pene per i diversi tipi di sostanze». Attualmente la proposta è in corso di esame in Commissione. Sul fronte dell’uso terapeutico, va segnalato che il 23 gennaio 2013 sono state aggiornate le tabelle contenenti l’indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope e che la cannabis è stata inserita nella Tabella 2 Sezione B, quella dei medicinali di origine vegetale.