I giornalisti dell’Unità vogliono cacciare il loro amministratore delegato
E minacciano scioperi se non uscirà dai soci del giornale un'ex senatrice di Forza Italia
Sull’Unità di oggi un comunicato del comitato di redazione – l’organo di rappresentanza sindacale dei giornalisti – chiede ufficialmente la sostituzione dell’amministratore delegato della società editrice, Fabrizio Meli, e l’uscita dalla società di Claudia Maria Ioannucci.
Cari lettori, dovete sapere che soltanto per un estremo atto di responsabilità della nostra redazione oggi potete trovare in edicola il vostro giornale. Continuiamo a ritenere inaccettabile il fatto che l’amministratore delegato Fabrizio Meli abbia permesso che entrasse nell’azionariato dell’Unità, attraverso la Partecipazioni editoriali integrate srl, la dottoressa Maria Claudia Ioannucci, ex parlamentare di Forza Italia.
Altrettanto inaccettabile che ciò sia stato fatto tenendone all’oscuro il comitato di redazione, venendo così meno al basilare dovere di trasparenza nei rapporti sindacali. Riconosciamo le aperture fatte dal socio di maggioranza Matteo Fago, che ha mostrato di comprendere il nostro disagio.
Per questo chiediamo un incontro all’editore nel quale siano affrontate le due questioni per noi ineludibili: la sostituzione dell’amministratore delegato e i passaggi per l’uscita dal capitale della dottoressa Ioannucci.
Aspettiamo quindi questi due segnali inequivocabili entro il 2 gennaio.
Se non arriveranno i giornalisti faranno sciopero. Per questo, cari lettori, il 3 rischierete di non trovare il giornale in edicola. Vogliamo ricordarvi che agiamo per garantire a l’Unità un futuro degno di una lunga e gloriosa storia.
In questa vicenda sono in gioco principi e valori non negoziabili, e con essi l’identità stessa del nostro e vostro giornale.
I giornalisti fanno riferimento all’entrata di un nuovo azionista in uno dei soci dell’Unità: la società Partecipazioni editoriali integrate (PEI) che fa riferimento a Claudia Maria Ioannucci, avvocato e professore di diritto amministrativo a L’Aquila, senatrice di Forza Italia nel 2001 e dal 2011 consigliere di amministrazione di Poste. Nel dare la notizia, domenica 29 dicembre, il Fatto citava anche parte di un verbale datato settembre 2011 sul colloquio tra il pubblico ministero Vincenzo Piscitelli – che indagava a Napoli su Valter Lavitola – e Claudia Maria Ioannucci da cui risultavano legami tra l’ex senatrice e Lavitola stesso: «Ho conosciuto Lavitola, se ben ricordo, nel 2004, per una questione legale relativa a un suo amico, poi è divenuto, oltre che mio cliente, uno dei miei più cari amici e tali rapporti di amicizia, nel tempo, si sono estesi all’intera famiglia».
Sull’Unità di martedì, l’editore di maggioranza Matteo Fago si è rivolto al direttore del Fatto Quotidiano dicendo che nel loro articolo ci sono informazioni sbagliate sulle percentuali di partecipazione degli azionisti e in particolare di PEI:
(…) ci deve essere anche qualche problema tra chi fa i titoli in prima pagina e chi nelle pagine interne perché in prima dite che la PEI ha il 14 per cento (corretto) ma poi all’interno dite che ha il 20 per cento (sbagliato). Sorprendente per un giornale che si chiama “il Fatto”. […] Per vostra informazione né l’Unità né il sottoscritto hanno mai avuto a che fare con Valter Lavitola come da voi insinuato. Vi diffido pertanto dal fare ulteriori accostamenti, seppur indiretti, tra la mia persona e vicende che sono a me del tutto estranee, riservandomi di procedere per le vie legali per tutelare la mia onorabilità per quanto da voi pubblicato.
Sempre martedì l’amministratore delegato Fabrizio Meli ha risposto direttamente al Cdr, dicendo:
Dispiace che il Cdr sia caduto nell’ennesima provocazione del Fatto Quotidiano, interessato non certo alla “purezza” dell’azionariato de l’Unità ma bensì a portare discredito a un giornale concorrente. Operazione tanto più odiosa in quanto portata avanti da quanti con ruoli diversi, direttore, vicedirettore, editorialisti vari e manager, hanno lavorato per anni proprio per l’Unità, percependo stipendi assai elevati e lasciando deficit altrettanto elevati e questo quando i tanto dal Fatto stesso oggi vituperati contributi pubblici erano pari al doppio di quelli attuali.
Meli precisa anche che Antonio Padellaro (direttore del Fatto Quotidiano) e l’ex senatore Furio Colombo «sono ancora oggi presenti con una quota nell’azionariato della Chiara srl, società che controlla parte del pacchetto azionario della Nie spa» con l’1,10 per cento, dice che Maria Claudia Ioannucci ha «già provveduto a querelare il Fatto Quotidiano» per aver accostato il suo nome a quello di Valter Lavitola e spiega che l’azionariato di Nie spa non ha subito alcuna modifica:
Partecipazioni Editoriali integrate era ed è socia, oggi al 14%. La modifica societaria riguarda quindi esclusivamente Pei, che non è nemmeno rappresentata nel Cda. Peraltro, nessun mistero avvolge la stessa, in quanto gli atti relativi sono pubblici. Non ne ho dato specifica comunicazione in quanto era in discussione e in corso di valutazione da parte del socio di maggioranza la partecipazione della stessa Pei al necessario aumento di capitale a suo tempo approvato dal cda.