Perché “l’Unità” se l’è presa col “Fatto”
Il giornale ha pubblicato diversi comunicati interni con proteste e accuse incrociate per un articolo sul Fatto Quotidiano di ieri intitolato «L’Unità da Gramsci a Lavitola»
L’edizione di oggi del quotidiano L’Unità è affollata di comunicati interni: ce n’è uno del comitato di redazione, uno dell’editore Matteo Fago, uno dell’amministratore delegato Fabrizio Meli e uno della società editrice del quotidiano, Nuova Iniziativa Editoriale Spa. Tutti, con diverse comunicazioni e precisazioni, fanno riferimento a un articolo pubblicato in prima pagina sul Fatto Quotidiano di ieri intititolato «L’Unità da Gramsci a Lavitola».
Domenica 29 dicembre, il Fatto Quotidiano ha dato la notizia dell’entrata di un nuovo azionista nell’azienda che pubblica il giornale fondato da Antonio Gramsci nel 1924: la società Partecipazioni editoriali integrate (PEI) che fa riferimento a Claudia Maria Ioannucci, avvocato e professore di diritto amministrativo a L’Aquila, senatrice di Forza Italia nel 2001 e dal 2011 consigliere di amministrazione di Poste. Il Fatto citava anche parte di un verbale datato settembre 2011 sul colloquio tra il pubblico ministero Vincenzo Piscitelli – che indagava a Napoli su Valter Lavitola – e Claudia Maria Ioannucci da cui risultavano legami tra l’ex senatrice e Lavitola stesso: «Ho conosciuto Lavitola, se ben ricordo, nel 2004, per una questione legale relativa a un suo amico, poi è divenuto, oltre che mio cliente, uno dei miei più cari amici e tali rapporti di amicizia, nel tempo, si sono estesi all’intera famiglia».
Sull’Unità di oggi, l’editore di maggioranza Matteo Fago si rivolge al direttore del Fatto Quotidiano dicendo che nel loro articolo ci sono informazioni sbagliate sulle percentuali di partecipazione degli azionisti e in particolare di PEI:
(…) ci deve essere anche qualche problema tra chi fa i titoli in prima pagina e chi nelle pagine interne perché in prima dite che la PEI ha il 14 per cento (corretto) ma poi all’interno dite che ha il 20 per cento (sbagliato). Sorprendente per un giornale che si chiama “il Fatto”.
E aggiunge:
Per vostra informazione né l’Unità né il sottoscritto hanno mai avuto a che fare con Valter Lavitola come da voi insinuato. Vi diffido pertanto dal fare ulteriori accostamenti, seppur indiretti, tra la mia persona e vicende che sono a me del tutto estranee, riservandomi di procedere per le vie legali per tutelare la mia onorabilità per quanto da voi pubblicato.
Nel comunicato della società editrice de l’Unità, Nuova Iniziativa Editoriale spa, scrive di aver dato mandato ai propri legali per chiedere un risarcimento al Fatto:
(…) dopo aver attentamente esaminato la portata ampiamente diffamatoria di quanto riportato da “il Fatto Quotidiano” ed avere ricevuto ampia conferma in tal senso da parte dei legali incaricati, ha conferito agli stessi ampio mandato per la propria tutela anche di natura risarcitoria in ogni competente sede civile e penale, per il ristoro del rilevantissimo danno all’immagine ingiustamente sofferto.
I giornalisti de l’Unità, nel loro comunicato, sostengono di non aver ricevuto alcuna notizia sulla presenza nell’azionariato di Claudia Maria Ioannucci, definita «inconciliabile con la storia e le battaglie della testata»: «Di questa vicenda la rappresentanza sindacale è stata tenuta intenzionalmente all’oscuro», precisano i giornalisti. E questo «oltre ad aver danneggiato gravemente l’immagine dell’Unità» ha messo «una pesante ipoteca sulle corrette relazioni sindacali». Pertanto, concludono che:
L’assemblea dei redattori consegna al cdr un pacchetto di 5 giorni di sciopero e si riconvoca per oggi (lunedì 30 dicembre, ndr) alle 15 per decidere le iniziative di lotta.
Nel suo comunicato, l’amministratore delegato Fabrizio Meli ha risposto direttamente al Cdr, dicendo:
Dispiace che il Cdr sia caduto nell’ennesima provocazione del Fatto Quotidiano, interessato non certo alla “purezza” dell’azionariato de l’Unità ma bensì a portare discredito a un giornale concorrente. Operazione tanto più odiosa in quanto portata avanti da quanti con ruoli diversi, direttore, vicedirettore, editorialisti vari e manager, hanno lavorato per anni proprio per l’Unità, percependo stipendi assai elevati e lasciando deficit altrettanto elevati e questo quando i tanto dal Fatto stesso oggi vituperati contributi pubblici erano pari al doppio di quelli attuali.
Meli precisa anche che Antonio Padellaro (direttore del Fatto Quotidiano) e l’ex senatore Furio Colombo «sono ancora oggi presenti con una quota nell’azionariato della Chiara srl, società che controlla parte del pacchetto azionario della Nie spa» con l’1,10 per cento, dice che Maria Claudia Ioannucci ha «già provveduto a querelare il Fatto Quotidiano» per aver accostato il suo nome a quello di Valter Lavitola e spiega che l’azionariato di Nie spa non ha subito alcuna modifica:
Partecipazioni Editoriali integrate era ed è socia, oggi al 14%. La modifica societaria riguarda quindi esclusivamente Pei, che non è nemmeno rappresentata nel Cda. Peraltro, nessun mistero avvolge la stessa, in quanto gli atti relativi sono pubblici. Non ne ho dato specifica comunicazione in quanto era in discussione e in corso di valutazione da parte del socio di maggioranza la partecipazione della stessa Pei al necessario aumento di capitale a suo tempo approvato dal cda.
Partecipazioni Editoriali Integrate Srl è stata creata dall’attuale amministratore del giornale, Fabrizio Meli nell’aprile scorso ed è stata poi ceduta alla Ioannucci il 29 ottobre 2013: in particolare, il 90 per cento delle quote di Meli sono andate all’ex marito di Maria Claudia Ioannucci, il responsabile comunicazione del Sole 24 Ore Alfonso Dell’Erario che, scrive il Fatto, si è dichiarato “intestatario temporaneo della quota”, mentre il restante 10 per cento è stato comprato subito dalla Ioannucci.