Le foto degli scontri a Dacca
Hanno coinvolto negli ultimi due giorni la polizia e i sostenitori dei due più importanti partiti del paese: sono morte due persone
Domenica 29 dicembre i sostenitori del più grande partito di opposizione del Bangladesh, il partito nazionalista (BNP), hanno organizzato una grande manifestazione a Dacca, la capitale del paese. I manifestanti hanno chiesto al primo ministro bengalese Sheikh Hasina di dimettersi dal suo incarico, in modo da formare un nuovo governo “neutrale” prima delle elezioni politiche in programma il prossimo 5 gennaio: le opposizioni hanno già detto che se Hasina non si dimetterà boicotteranno il voto. Durante le proteste ci sono stati scontri piuttosto violenti: la polizia ha usato idranti e proiettili di gomma per disperdere i manifestanti, che a loro volta hanno lanciato pietre e altri oggetti contro la polizia. Le manifestazioni e gli scontri sono proseguiti fino a lunedì. Le autorità bengalesi hanno confermato che due persone sono state uccise negli scontri.
La polizia aveva espressamente vietato la manifestazione a Dacca: domenica aveva anche circondato la casa del capo del BNP ed ex primo ministro bengalese, Khaleda Zia, per impedirle di partecipare alla protesta. «Il governo è antidemocratico e illegale. Dovrebbe dimettersi immediatamente», ha detto Zia ad alcuni giornalisti fuori dalla sua casa nella capitale. Diversi scontri ci sono stati anche fuori dalla sede della Corte Suprema tra sostenitori del BNP e sostenitori del partito di governo, la Lega Popolare Bengalese.
La tensione in Bangladesh era già molto alta da diversi giorni: centinaia di sostenitori del Bnp sono stati arrestati dalla polizia, e Dacca è rimasta praticamente isolata dal resto del paese a causa della sospensione dei mezzi pubblici di trasporto da e per la città. La crisi in Bangladesh va avanti da settembre, specialmente per lo scontro tra Zia e Hasina relativo ai processi contro alcuni esponenti del partito islamista Jamaat-e-Islami, accusati e condannati dalla giustizia bengalese di crimini legati alla guerra di indipendenza del Pakistan del 1971. Zia ha accusato Hasina di portare avanti processi politici, con il solo scopo di indebolire l’opposizione, mentre Hasina accusa Zia di proteggere dei criminali di guerra che hanno compiuto dei reati molto gravi durante la guerra del 1971. Da ottobre, negli scontri tra fazioni rivali e polizia, sono morte 150 persone.