L’arresto di Ahmed al-Awlaniun
È un parlamentare iracheno sunnita, molto critico verso il governo: nell'operazione sono morte almeno 5 persone e altre 18 sono state ferite
Sabato 28 dicembre almeno 5 persone sono morte e una decina sono rimaste ferite in Iraq durante l’arresto di Ahmed al-Awlaniun, un parlamentare sunnita e oppositore del governo a maggioranza sciita. Awlaniun fa parte della colazione Iraqiya, un movimento sunnita, e ha spesso criticato il primo ministro Nour al-Maliki e il governo. Awlaniun ha appoggiato le manifestazioni di diversi gruppi sunniti che, negli ultimi giorni, per protestare contro la marginalizzazione dei sunniti all’interno del governo, hanno occupato strade e ponti nella città di Ramadi, nel nordovest del paese.
Secondo un portavoce dell’esercito iracheno, quando le forze di sicurezza si sono avvicinate alla villa di Awlaniun nella città di Ramadi, le sue guardie del corpo e altri suoi sostenitori hanno aperto il fuoco. Lo scontro è durato due ore e sono state utilizzate armi automatiche e razzi anticarro. Secondo l’agenzia di stampa Reuters, che cita fonti locali della polizia, tra i morti ci sarebbero un fratello e una sorella di Awlaniun, due guardie del corpo e un militare iracheno. Altri dieci militari e otto guardie del corpo sarebbero rimaste ferite.
Le accuse nei confronti di Awlaniun non sono ancora chiare, ma secondo fonti della polizia citate da diverse agenzie il parlamentare è accusato di terrorismo. Il generale Ali Ghaidan, comandante delle forze di terra dell’esercito iracheno, ha dichiarato alla televisione di stato che le forze di sicurezza avevano un mandato per arrestare anche il fratello di Awlaniun, Ali, accusato di aver organizzato un attentato nella città di Ramadi. Ali sarebbe morto nello scontro.
L’arresto di Awlaniun è arrivato in un momento di grande tensione in Iraq. Gli scontri tra la minoranza sunnita e gli sciiti sono aumentati negli ultimi mesi, insieme agli attentati, da quando nell’aprile 2013 l’esercito iracheno è intervenuto per sgomberare un accampamento di manifestanti sunniti nella città di Hawija, nel nord del paese. Nello sgombero diverse decine di manifestanti vennero uccise. Da gennaio sono morte in Iraq più di ottomila persone, facendo del 2013 l’anno più violento dal 2008.