Il Natale dopo Haiyan
Le foto dei preparativi e dei festeggiamenti, tra macerie, tende, chiese danneggiate e volontari che distribuiscono regali ai bambini senza casa
Un mese e mezzo dopo il passaggio del tifone Haiyan nelle Filippine – che ha ucciso oltre 5.900 persone ed è considerato da molti meteorologi il più potente che abbia mai toccato la terraferma – la situazione nelle zone più colpite è ancora molto difficile. La maggior parte delle persone vive ancora nelle tende, tra macerie e detriti, e soltanto in alcune zone sono state ripristinate l’elettricità e l’acqua corrente. Il governo filippino, le Nazioni Unite e molte organizzazioni internazionali sono al lavoro per aiutare chi è rimasto senza casa: hanno costruito abitazioni temporanee, distribuito cibo, materiale di prima necessità e denaro, mentre il governo sta assumendo le persone rimaste senza lavoro con il compito di raccogliere i detriti e sgomberare le strade dalle macerie. La situazione è particolarmente precaria nella provincia di Leyte e soprattutto nella città di Tacloban, dove prima di Haiyan abitavano quasi 220 mila persone: è stata quasi completamente rasa al suolo dal tifone.
Nonostante le difficoltà, la maggior parte dei filippini – che per il 90 per cento sono cattolici – sta cercando di reagire e organizzarsi per trascorrere al meglio il Natale: sono stati costruiti un po’ ovunque alberi di Natale, spesso con oggetti raccolti tra le macerie, molti hanno speso i risparmi per comprare piccoli addobbi e regali, mentre volontari da tutto il mondo stanno distribuendo doni ai bambini nelle zone colpite. Le chiese sono piene di fedeli, che in alcuni casi devono ripararsi dalla pioggia che entra dai tetti danneggiati. Nella chiesa di Gesù Bambino a Tacloban c’è stata una grande messa celebrata dall’arcivescovo Giuseppe Pinto – appositamente inviato da Papa Francesco – e il 24 dicembre nella cattedrale di Palo si è tenuto un matrimonio di massa per le persone danneggiate dal tifone. Molti hanno visitato, portando fiori e candele, le tombe delle persone care uccise dal tifone, per ricordarle durante le feste.