Cosa cambia per le pensioni
La legge di stabilità ha reintrodotto per tutti l'adeguamento annuale all'inflazione ma anche il contributo di solidarietà per le pensioni più alte: le cose da sapere
Con la legge di stabilità appena approvata dal Parlamento cambiano alcune cose riguardo alle pensioni. Innanzitutto viene ripristinato l’aumento annuale di tutte le pensioni in base all’inflazione, che era stato bloccato per quelle superiori a 1.486 euro lordi al mese dalla riforma Monti-Fornero. L’aumento viene calcolato sull’andamento dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, previsto all’1,2% (l’anno scorso era il 3%, questo perché l’inflazione è in diminuzione). Le pensioni aumenteranno gradualmente sulla base di questo tasso: quelle fino a 1.487 euro al mese (tre volte il minimo) aumenteranno del 100% del tasso (quindi dell’1,2% totale), per arrivare ad un aumento dello 0,60% (50% dell’indice) per quelle d’importo mensile compreso tra 2.478 a 2.973 euro (tra le 5 e le 6 volte il minimo). Quelle sopra i 2.973 euro al mese aumenteranno invece di soli 14 euro. Torna anche il contributo di solidarietà per le pensioni sopra i 90 mila euro.
Un cantiere perennemente aperto quello della previdenza. Il pianeta pensioni negli ultimi due anni ha registrato numerose novità. E non poteva mancare la legge di Stabilità (la vecchia Finanziaria) che nel ripristinare l’indicizzazione dei trattamenti ha rivoluzionato (in peggio) il meccanismo. Insomma, non butta bene per i pensionati, né tanto meno per i prossimi pensionati, chi si ritirerà dal lavoro con l’anno nuovo. I primi dovranno fare i conti con aumenti decisamente risicati e con la prospettiva di dover lasciare sul campo un consistente contributo di solidarietà (per le pensioni più alte). Gli altri, in particolar modo le donne, con l’innalzamento dei requisiti per ottenere la rendita di vecchiaia. Questo in sintesi il quadro che si presenta dopo la definitiva approvazione della legge di Stabilità.
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Foto: ROBERTO MONALDO/LAPRESSE.