Violenza a Gaza
Un cecchino palestinese ha ucciso un impiegato israeliano al confine, l'aeronautica israeliana ha attaccato la Striscia e ha ucciso una bambina di tre anni
Nel pomeriggio di martedì 24 dicembre l’aeronautica ha bombardato almeno sei obiettivi nella Striscia di Gaza, tra cui il campo profughi di Al-Maghazi. Una bambina palestinese di tre anni è morta, la madre e i due fratelli sono rimasti feriti. Le forze di difesa israeliane (IDF) dicono che gli altri obiettivi sono stati una fabbrica di armi, tre “infrastrutture terroriste” e due siti non meglio identificati.
La rappresaglia è avvenuta in seguito all’uccisione di un operaio israeliano nella mattina di martedì 24 dicembre. L’uomo, di nome Salah Abu Latif, aveva 22 anni ed era un dipendente del ministero della Difesa che stava riparando una recinzione al confine tra Gaza e Israele. È stato ucciso da un cecchino del Comitato di Resistenza Popolare (PRC), un gruppo di milizie palestinesi, che ha rivendicato l’attacco.
Il ministro della Difesa israeliano, Moshe Ya’alon, ha accusato Hamas di essere responsabile dell’attacco e ha detto: “Risponderemo aggressivamente e in maniera dolorosa a qualsiasi attacco alla nostra autorità e contro civili o soldati. Consiglio ad Hamas di non mettere alla prova la nostra pazienza e di usare la sua autorità sul suo territorio. Se non c’è pace in Israele, non ci sarà neanche a Gaza”. Attualmente tra Israele e Hamas è in corso una fragile tregua, concordata nel novembre 2012, dopo la guerra seguita alla cosiddetta “operazione colonna di fumo”.
foto: i soldati israeliani trasportano il civile colpito al confine tra Gaza e Israele. (AP Photo/Tsafrir Abayov)