L’attacco esplosivo in Egitto
Una bomba nei pressi di un edificio della polizia a Mansura ha ucciso almeno 14 persone e ne ha ferite oltre 100
Intorno alla mezzanotte di martedì 24 dicembre, una forte esplosione nei pressi di un edificio della polizia a Mansura, in Egitto, ha causato la morte di almeno 14 persone e il ferimento di oltre 100. Sembra che l’attacco sia stato effettuato utilizzando un’autobomba. Il primo ministro ad interim del paese, Hazem Beblawi, ha parlato di un “atto di terrorismo”, ma per ora non ci sono state rivendicazioni. Beblawi ha detto che “lo stato farà tutto ciò che è in suo potere per trovare i criminali che hanno pianificato, eseguito e sostenuto l’attacco”.
Tra i feriti, dicono i media locali, pare ci sia anche il responsabile della sicurezza della provincia di Dakahliyya. L’esplosione ha causato la rottura di decine di vetri e il boato è stato avvertito nel raggio di 20 chilometri. Mansura è una città di circa 350.000 mila abitanti sul delta del Nilo, 120 chilometri a nord del Cairo.
I Fratelli Musulmani hanno condannato l’attacco. Dalla rimozione di Mohammed Morsi dalla presidenza dell’Egitto, la loro organizzazione politica è stata bandita dal governo provvisorio e circa 2mila dei suoi aderenti sono stati arrestati con diverse accuse. Lunedì 23 dicembre 400 prigionieri hanno iniziato uno sciopero della fame in segno di protesta per le condizioni della loro prigionia e per il trattamento che stanno ricevendo.
Gli attacchi contro le forze di polizia in diverse province dell’Egitto sono sensibilmente aumentati a partire dall’estate, dalla rimozione di Morsi. L’ex presidente, il primo democraticamente eletto dopo la rivoluzione del 2011, è agli arresti e deve rispondere degli atti della sua presidenza in tre distinti processi. La scorsa settimana è stato rinviato a giudizio per terrorismo.