Le ultime su Stamina
Il ministro Lorenzin ha confermato che a giorni sarà nominata una nuova commissione per valutare il trattamento e ci sono nuovi dubbi sulla sicurezza e l'efficacia del "metodo"
Nel fine settimana il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in visita a Chieti per l’inaugurazione del nuovo reparto di oftalmologia, ha incontrato il padre della bambina di 18 mesi per cui un magistrato ha autorizzato il proseguimento del trattamento Stamina, il controverso sistema di cui si parla da mesi e che ha ricevuto dure critiche da parte della comunità scientifica. Il ministro ha ricordato che a oggi il “metodo” Stamina «non esiste dal punto di vista scientifico» e che non ci sono prove sulla sua eventuale efficacia.
Trattamento
Secondo i suoi promotori, il trattamento Stamina è a base di cellule staminali e sarebbe in grado di curare malattie gravi e invalidanti come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Sul trattamento nei mesi scorsi ci sono state sentenze della magistratura per permettere ad alcuni pazienti di proseguire le trasfusioni, lo stop del ministero della Salute alla sperimentazione sulla base degli esiti di una commissione di esperti (giudicata poi non imparziale dal TAR del Lazio), accuse di plagio sulla documentazione scientifica fornita dai responsabili di Stamina, rinvii a giudizio e forti critiche da parte della comunità scientifica, non solo in Italia, ma anche all’estero con la pubblicazione di alcuni duri editoriali sulla rivista scientifica Nature
Nuova commissione
Dopo l’incontro con il padre della bambina a Chieti, il ministro Lorenzin ha confermato che entro pochi giorni saranno annunciati i nomi dei componenti del nuovo comitato scientifico, che dovrà riesaminare il trattamento Stamina per stabilire se ci siano o meno i presupposti per avviare una sperimentazione. Il ministro ha spiegato che dopo la sentenza del TAR avrebbe potuto fare appello al Consiglio di Stato, ma che ha scelto invece di accettare l’indicazione di formare una nuova commissione per evitare che si aggiungessero nuovi dubbi sulla valutazione del trattamento Stamina. Ha inoltre ricordato che il precedente comitato aveva già dato parere negativo, ma che attenderà comunque i nuovi risultati «qualsiasi essi siano».
Relazione
Nel frattempo i giornali continuano a pubblicare stralci della relazione scritta dalla prima commissione, i cui contenuti non sono mai stati resi pubblici perché secretati su richiesta di Davide Vannoni, il principale responsabile di Stamina. Il 19 dicembre La Stampa aveva pubblicato diverse informazioni tratte dalla relazione e da alcuni rapporti dei NAS (Nuclei antisofisticazioni e sanità dei Carabinieri), che si sono aggiunte a quelle già circolate nei mesi scorsi. Da queste sono emersi seri dubbi sull’effettiva presenza di cellule staminali e rischi legati alla possibilità di contrarre malattie come la cosiddetta sindrome della “mucca pazza” (BSE).
Il Corriere della Sera ha pubblicato oggi alcuni dettagli aggiuntivi, confermando le preoccupazioni espresse nel rapporto sulla possibilità di avere “complicanze anche gravi” dovute alle trasfusioni con il metodo Stamina. Nella relazione c’è anche scritto che per come sono preparati i prodotti del trattamento si “potrebbe determinare l’iniezione di materiali di origine ossea a livello del sistema nervoso”.
Indagini
Paolo Russo della Stampa ha messo insieme racconti e testimonianze di diverse persone che hanno avuto a che fare con Stamina.
I testimoni sembrano fare oramai la fila davanti alla stanza del Procuratore di Torino, Raffaele Guariniello. I pazienti che avrebbero denunciato di essere stati raggirati per decine di migliaia di euro sarebbero oramai saliti a 70. Ed alcuni di loro riferiscono di un Vannoni in camice bianco e zoccoli ai piedi, che così sarebbe stato fatto girare anche tra i pazienti degli Spedali Civili di Brescia, facendo confondere la sua qualifica di professore in sociologia con quella di medico. Ma il rinvio a giudizio per esercizio abusivo della professione medica poggia sulle carte. In nostro possesso e già sulla scrivania di Guariniello.
Russo spiega che per avere firmato alcuni documenti Vannoni, che non è medico, “rischia il rinvio a giudizio per esercizio abusivo della professione medica” in aggiunta a quello per “associazione a delinquere finalizzata alla somministrazione di farmaci imperfetti e dannosi alla salute, nonché truffa”. Altre indagini riguarderebbero anche gli Spedali Civici di Brescia, dove è stata trattata la maggior parte dei pazienti e sulla cui gestione sarebbero state riscontrate diverse anomalie.
Cartelle cliniche
La lettura delle cartelle cliniche di alcuni dei pazienti sembra confermare i dubbi sull’efficacia del trattamento Stamina. Scrive sempre Russo:
La relazione degli stessi Spedali Civili del 4 dicembre scorso, assolutamente top-secret, parla chiaro: «preme sottolineare che non si ravvisano segni di miglioramento in nessuno dei pazienti, salvo quanto riferito dai genitori nel caso di due bambini e direttamente nel caso di un adulto». Dunque i tre miglioramenti su 36 casi sarebbero frutto solo di impressioni soggettive, non di riscontri clinici. E qual è il paziente «numero uno» che dichiara di stare meglio? E’ Luca Merlino, pezzo grosso della direzione sanitaria in Regione Lombardia, dal quale ha origine la vicenda, perché sarebbe stato proprio lui a promuovere l’adozione del metodo Vannoni a Brescia. Per completezza di cronaca occorre anche dire che la patologia della quale soffre Merlino non è di quelle che mettano a rischio la vita di una persona.
Nella relazione degli Spedali Civici si spiega anche che nel periodo di riferimento dei controlli non è stato comunicato “l’utilizzo di indagini strumentali per una valutazione prima-dopo, se non in alcuni casi, i filmati dei genitori”. Ed è bene ricordare che il semplice video di un paziente non costituisce un esame strumentale, che viene realizzato dal medico direttamente sul paziente per valutare particolari parametri attraverso i quali stabilire se ci sia stato o meno – e oggettivamente – un miglioramento in seguito a una determinata terapia o a un dato trattamento. La relazione conclude dicendo che “come già riferito non si evincono dai dati ricevuti miglioramenti oggettivamente obiettivabili”.
Vannoni
Alle critiche degli ultimi giorni e alla possibilità di essere rinviato a giudizio, Vannoni ha risposto annunciando che il prossimo 28 dicembre sarà organizzato a Roma un incontro per mostrare gli esami strumentali condotti su oltre 30 pazienti sottoposti al trattamento a Brescia. L’incontro servirà anche per dimostrare la sicurezza dei prodotti utilizzati da Stamina per le trasfusioni. Ancora a oggi, nonostante le ripetute richieste da parte della comunità scientifica, Vannoni non ha fornito una documentazione completa sul proprio trattamento.
foto: LaPresse