Schiavitù, rivoluzione e voodoo
Il reportage di Nicola Lo Calzo racconta la tratta degli schiavi dall'Africa all'America e il ruolo della memoria in posti dalla storia travagliata
Nicola Lo Calzo è un fotografo italiano nato a Torino nel 1979 che oggi vive e lavora a Parigi. Lo Calzo si occupa sia di reportage che di arte – riesce così a combinare storie da raccontare e una particolare cura dei dettagli – e in molti dei suoi progetti si occupa di “identità” e “alterità”, lavorando su concetti come gender, appartenenza etnica e memoria storica.
In particolare, Lo Calzo affronta questo tema in un grande progetto che racconta la tratta degli schiavi dall’Africa all’America e le sue conseguenze, tra cui due capitoli dedicati all’isola di Haiti attraverso la sua “memoria storica”: luoghi, oggetti, facce e storie che raccontano un pezzo della storia del paese, anche tenendo conto delle differenze tra le classi sociali.
Lo Calzo spiega che si tratta di una memoria selettiva, che esclude l’Ante Rivoluzione (la schiavitù) e la Post Rivoluzione (la disillusione e l’avvento dei regimi totalitari fino a oggi). La serie di fotografie, con un forte approccio antropologico, ripercorre i diversi aspetti di questo collante sociale a partire dai discendenti dei rivoluzionari, l’uso delle pratiche voodoo nella vita di tutti i giorni, il carnevale di Jacmel, gli oggetti e reliquie appartenenti agli eroi nazionali fino alle nuove forme di riappropriazione del passato.
Nicola Lo Calzo lavora per l’agenzia fotografica LUZ e sarà docente in un corso di fotografia organizzato dall’agenzia.