Il tweet razzista di Justine Sacco
Scritto prima decollare per il Sudafrica: durante il volo la sua frase ha fatto il giro di internet, e quando è atterrata era stata licenziata da una grande società di comunicazione
Venerdì 20 dicembre una responsabile delle pubbliche relazioni di una grande società media statunitense ha scritto un tweet razzista che faceva riferimento all’AIDS in Africa, poco prima di imbarcarsi in un volo per il Sudafrica. Nell’arco di poche ore c’è stata una reazione ampia e rapidissima: i suoi datori di lavoro hanno pubblicato un duro comunicato per prenderne le distanze, decine di siti hanno ripreso la storia e nei confronti della donna – che si trovava ancora in volo – sono cominciate ad arrivare pesanti critiche e minacce.
Justine Sacco, che lavora per la società IAC, ha scritto da Londra, poco prima di imbarcarsi a Heathrow: “Going to Africa. Hope I don’t get Aids. Just kidding. I’m white!” (“Sto andando in Africa. Spero di non prendere l’AIDS. Sto scherzando. Sono bianca!”). In quel momento, negli Stati Uniti era venerdì sera, e il tweet è stato ripreso e commentato moltissime volte. Poche ore dopo, gli hashtag più popolari sul social network erano “#HasJustineLandedYet” (“è già atterrata Justine”) “AIDS” e “IAC”, tutti più popolari di “Christmas”.
I suoi datori di lavoro non hanno impiegato molto a farsi sentire. IAC è una grande società con sede a New York che possiede più di una trentina di società web molto conosciute, tra cui Vimeo, Match.com, The Daily Beast e Ask.com (possiede anche BlackPeopleMeet.com, un sito di incontri per afroamericani). Come ha scritto VentureBeat, la società ha reagito all’improvvisa popolarità del tweet «il più velocemente possibile».
IAC ha rilasciato una dichiarazione a ValleyWag, un blog di Gawker che aveva ripreso il tweet: «È un commento vergognoso e offensivo che non riflette il punto di vista e i valori di IAC. Sfortunatamente, il dipendente in questione è irraggiungibile su un volo internazionale, ma è una questione molto seria e stiamo prendendo le iniziative appropriate».
Arrivata in Sudafrica, dopo un volo di 11 ore con British Airways, Sacco è stata licenziata. Poco dopo, sono diventati irraggiungibili uno dopo l’altro il tweet, l’account Twitter e anche l’account Facebook della donna. Chris Taylor su Mashable ha scritto che, se da un lato quello che ha scritto Sacco è indifendibile, «è stato difficile ignorare una sensazione disturbante nella risposta della folla, e qualcosa di inquietante nel processo da parte dei social media che stava andando avanti in sua assenza».