46 proposte per cambiare la NSA
Sono state presentate al presidente Obama dalla commissione che aveva istituito per un'eventuale riforma dell'agenzia di spionaggio, alcune sono piuttosto radicali
Una commissione di esperti indipendenti ha presentato al presidente degli Stati Uniti Barack Obama un rapporto con 46 proposte di modifica – alcune piuttosto incisive – ai programmi della National Security Agency (NSA), l’agenzia dell’intelligence americana che si occupa della sicurezza nazionale. Obama aveva istituito la commissione in agosto, in risposta alle polemiche sull’operato dell’agenzia rivelato dall’ex impiegato dell’intelligence Edward Snowden. Il gruppo – composto da cinque esperti legali e di intelligence tra cui Richard Clarke, a lungo capo del settore antiterrorismo – ha consegnato il rapporto venerdì scorso e ha incontrato il presidente mercoledì per discutere delle proposte.
Il rapporto sostiene che dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 la NSA ha aumentato i suoi poteri a discapito della privacy dei cittadini americani, e che quindi sia necessario ridimensionarli e modificare sia i programmi di sorveglianza rivolti agli americani che ai cittadini stranieri. Il rapporto dice di voler proporre alcuni cambiamenti per «garantire la privacy e la dignità dei cittadini americani, per promuovere la fiducia pubblica, e al contempo di permettere all’intelligence di fare quel che è necessario per rispondere alle minacce».
La proposta più significativa riguarda il programma di raccolta e analisi dei metadati telefonici. Al momento ogni 90 giorni il FISC, cioè il tribunale segreto che gestisce l’attività di sorveglianza della NSA, emette un ordine che obbliga le compagnie telefoniche a consegnare i metadati dei clienti alla NSA, che li conserva per cinque anni. Un ristretto gruppo di analisti può fare ricerche nei dati di chiunque sia ritenuto sospetto di legami col terrorismo e delle persone a lui collegate fino a tre gradi di separazione. Nel nuovo sistema proposto dalla commissione, le registrazioni saranno invece conservate da privati: dalle compagnie telefoniche o affidate a terzi. La NSA dovrà chiedere per ogni caso l’autorizzazione al FISC per ottenere e ricercare nei metadati. Secondo la commissione, infatti, «l’attuale conservazione di una massa di metadati da parte del governo crea problemi alla fiducia dei cittadini, alla privacy delle persone e alle libertà civili». Il rapporto chiede anche maggior trasparenza per le compagnie telefoniche, che potranno rendere pubblico il numero di richieste ricevute dal governo. Lo stesso governo dovrà pubblicare regolarmente il numero di metadati richiesti.
Secondo la commissione, inoltre, la NSA potrà spiare i leader stranieri soltanto in seguito a specifiche approvazioni da un tribunale e dal presidente – soprattutto se alleati – e sarà sottoposta al controllo del Congresso. Dovrà anche rinunciare alla possibilità di inserire backdoors (delle “porte” che permettono di superare del tutto o parzialmente le procedure di sicurezza) negli hardware e software americani, che finora le hanno permesso di scoprire eventuali falle nei programmi, e usarle per sviluppare attacchi informatici. Il rapporto spiega che invece la NSA dovrà avvertire i programmatori dei software del problema, anziché approfittarne.
La commissione propone di estendere l’applicazione del Privacy Act del 1974, una legge che riguarda gli americani, anche ai cittadini stranieri, così da garantire loro maggiore privacy e protezione dei dati personali. Ha inoltre chiesto che il capo della NSA non coincida più con quello dello United States Cyber Command – il corrispettivo della NSA al Pentagono – e che sia invece un civile, con nomina confermata dal Senato. Il New York Times riporta però che Obama avrebbe già respinto questa proposta. Infine il rapporto sostiene anche che la raccolta di dati telefonici non si è finora rivelata indispensabile nel prevenire attacchi terroristici, ma che è servita soprattutto per scoprire legami tra i sospetti su territorio nazionale e gruppi come al Qaida: una cosa che si sarebbe potuta fare anche rispettando i tempi necessari per ottenere un mandato giudiziario.
Sempre il New York Times scrive che – stando a quanto detto da un alto funzionario dell’amministrazione Obama – il presidente ha accolto in modo aperto buona parte delle proposte. Obama porterà con sé il rapporto alle Hawaii, dove partirà questa settimana per le vacanze di Natale, e annuncerà la sua decisione in proposito all’inizio di gennaio. Alcune modifiche potranno essere approvate dallo stesso Obama, altre invece avranno bisogno del voto del Congresso.
Per i prossimi giorni la commissione resterà disponibile a testimoniare davanti al governo o fornire ulteriore sostegno alle proposte del rapporto. Dopo di che non è chiaro che ruolo avrà, e se continuerà a fare pressione per vederle approvate o meno. Oltre a Clarke, vi fanno parte Michael Morell, ex vicedirettore della CIA; Geoffrey Stone, professore di legge alla University of Chicago; Cass Sunstein, ex funzionario per il regolamento alla Casa Bianca, e Peter Swire, ex funzionario economico e della privacy.
Foto: SAUL LOEB/AFP/Getty Images