I 70 anni di Keith Richards
35 fotografie da guardare e una canzone da ascoltare: per fargli gli auguri e ricordarlo senza parlare soltanto di quelle due leggende metropolitane
Quando si parla di Keith Richards fuori dai Rolling Stones, alla fine saltano sempre fuori quelle due leggende su lui che si fa una trasfusione completa di sangue e lui che si sniffa le ceneri del padre. Figuriamoci se non girano di nuovo oggi, che la notizia è che compie 70 anni, e la relazione con salute e vecchiaia viene facile facile. Comunque – MEGLIO RIPETERLO UNA VOLTA DI PIÙ – sono due balle. Sulla seconda la versione più vicina è che lui abbia detto una volta che le ceneri si rovesciarono dall’urna e lui le annusò, ma anche questo va’ a sapere se è vero.
Ma anche la costruzione delle leggende c’entra col personaggio, pubblicamente “numero due” – Mick Jagger ne ha compiuti 70 pochi mesi prima, intanto – ma di quei numeri due che occupano un posto preciso non “sotto” al numero uno, ma dietro, tutto intorno, un po’ più in là e un po’ più in qua: uno spazio in cui non entra neanche il numero uno. Riempito di riff di chitarra, di attacchi di “Time is on my side” (e via col solito darsi di gomito, i 70 anni, eccetera), di gran canzoni scritte da lui, e di quella faccia pazzesca, scolpita col das. E se volete per una volta pensare a lui – almeno per il suo compleanno – senza tutti i Rolling Stones intorno, “Make no mistake” non è niente male.