Il duro mondo del bird-watching inglese
Ci sono complotti, faide, gelosie e ci è scappato pure il morto, racconta il Washington Post
Domenica 15 dicembre 2013 il Washington Post ha pubblicato un lungo reportage su quello che definisce “il selvaggio mondo del bird-watching inglese”. I protagonisti di questo incrocio tra passione, sport e ossessione patologica sono maschi, benestanti e in media intorno ai 50 anni di età. La loro principale caratteristica è che sono disponibili a spendere cifre enormi, a complottare e, a volte, a rischiare la vita, pur di avvistare il maggior numero possibile di uccelli.
Bird-watching è una parola inappropriata per descrivere questo fenomeno e non a caso il Washigton Post lo definisce “extreme bird-watching”. Il termine bird-watching evoca lunghe e silenziose attese nascosti in un canneto o pomeriggi sulla veranda di casa con té e binocolo sul tavolo, a rimirare le evoluzione dei gabbiani. In altre parole: qualcosa di calmo, tranquillo e adatto a uomini di una certa età.
L’extreme bird-watching è tutta un’altra storia. I protagonisti del reportage preferiscono il termine “twitching”, che si può tradurre con “spasmo muscolare involontario”, un termine che avrebbe origine dal rumore che fanno i denti mentre gli appassionati corrono in motocicletta su dissestate strade di campagna a caccia di uccelli da avvistare.
“Spasmo muscolare involontario”, in effetti, rende molto più l’idea: un episodio raccontato da uno dei “twitcher” spiega bene il perché. Qualche anno fa, Garry Bagnell guidò per 90 minuti e passò mezzora alla ricerca di un raro tipo di allodola che era stata avvistata nella zona. Dopo averla trovata, Bagnell non perse tempo ad ammirare l’animale: segnalò immediatamente su Twitter il suo avvistamento e ritornò in macchina senza perdere un secondo. Aveva un altro uccello da avvistare a tre ore di macchina da lì.
Ma cosa spinge uomini di una certa età, come il contabile Adrian Webb, a prendersi 12 mesi di ferie dal lavoro e spendere 20 mila euro per andare a caccia di uccelli? Una risposta potrebbe essere questa: il twitching è uno sport estremamente competitivo. Esistono decine di classifiche diverse: ufficiali, semiufficiali e per nulla ufficiali. In queste classifiche gli appassionati contano quante specie diverse hanno avvistato nel corso della loro vita oppure (e queste sono le classifiche dove la competizione è più feroce) quante specie hanno avvistato in un anno.
In quelle ufficiali, l’avvistamento deve essere confermato da una fotografia o da un testimone affidabile. In quelle meno ufficiali ci si affida alla buona fede del twitcher. Arrivare in cima a queste classifiche e magari ottenere anche un piccolo spazio sui media (magari su magazine di settore prestigiosi come Birdwatch) è considerato dai twitcher la massima aspirazione.
Come in ogni altro campo, la competizione – soprattutto se non regolata – favorisce gli incentivi a barare. E, da questo punto di vista, il mondo del twitching è veramente selvaggio. Molte classifiche sono basate su avvistamenti non confermati o confermati da fonti dubbie, quindi negare un avvistamento a un avversario è il pane quotidiano dei twitcher. In genere questi scontri si limitano a intensi scambi di insulti sui forum online, ma spesso le faide sono arrivate in tribunale.
Il sabotaggio è un’altra moneta corrente nel mondo dei twitcher. Ad esempio, uno di loro ha raccontato di quando un gruppo di rivali passò del denaro a un pilota di aereo che avrebbe dovuto portarlo su una remota isola della Scozia, con l’obbiettivo di lasciarlo a piedi. Ma se il premio è importante o, come nel nostro caso, è considerato molto importante, non si è disposti soltanto a danneggiare gli avversari: si accetta anche il rischio di danneggiare sé stessi.
Webb ha racconta di quando con un altro gruppo di twitcher si ritrovò su una barca in panne in mezzo al mare agitato al largo delle isole Ebridi. Alla fine per salvarli dovette intervenire la guardia costiera. «Avevamo paura di morire – ha raccontato – ma avevamo ancora più paura di perdere la possibilità di fare il nostro avvistamento».
Nella storia recente c’è almeno un caso di un decesso causato dal twitching. Lo scorso ottobre, Tim Lawman, uno dei twitcher più importanti, ha avuto un attacco cardiaco mentre cercava di avvistare un raro tipo di usignolo. «Era un nuovo tipo di uccello per lui – ha spiegato uno dei twitcher più famosi, Lee Evans – e con tutta la fretta che aveva di avvistarlo si è fatto prendere un colpo ed è morto».
Come in tutti gli ambienti dove c’è una forte competizione, anche il twitching ha i suoi eroi e i suoi antagonisti. Evans riesce agilmente a ricoprire entrambi i ruoli e si autodefinisce “il giudice, la giuria e il boia” del twitching. Evans viene definito “uno strano tipo” ed è una figura che nel mondo del twitiching si ama o si odia. Evans è al suo quarto matrimonio e, come ammette lui stesso, il twitching potrebbe avere avuto a che fare con i suoi divorzi precedenti. Come lo descrive lui stesso, la sua passione può diventare “un affare veramente sporco”.
Evans nel 2000 ha ottenuto il record di 386 specie diverse avvistate nelle isole britanniche in un solo anno. Da allora ha mai riconosciuto i record rivendicati da altri twitcher. A volte, con i suoi più acerrimi rivali, è arrivato anche in tribunale pur di impedirgli di affermare che il suo record era stato battuto.
Il tribunale non è comunque il luogo peggiore dove i twitcher si scontrano. Ultimamente ci sono stati diversi casi di violenza e di scontri fisici per accaparrarsi i migliori posti di osservazione o per aggiudicarsi un avvistamento. In diversi casi i twitcher si sono scontrati con la polizia. È successo ad esempio pochi mesi fa, quando in centinaia hanno invaso una cittadina dell’Hampshire dopo che su alcune app per twitcher si era diffusa la notizia dell’avvistamento di un rarissimo uccello nel cortile di un’abitazione privata. La polizia dovette formare un cordone per impedire ai twitcher di invadere tutti i cortili del quartiere.
Lo scorso giugno, più di ottanta persone hanno raggiunto la cittadina di Harris, dove era stato avvistato un rarissimo uccello. Solo una quarantina di loro, però, è riuscita ad aggiudicarsi l’avvistamento. Gli altri arrivarono troppo tardi, dopo che l’uccello era stato ucciso da una pala eolica: per molti insomma la giornata era finita con quello che in gergo si chiama un “dip”, o tuffo: arrivare su un luogo troppo tardi per fare l’avvistamento.
Il Washington Post prova a formulare alcune spiegazioni sul perché il twitching sia così diffuso nel Regno Unito. Forse potrebbe avere a che fare con la mania inglese per il collezionismo e l’avvistamento, di cui il “trainspotting” è la più famosa (e da cui è stato tratto anche il titolo di un film). O forse ha che fare soltanto col fatto che ci sono parecchi uomini maturi che si rifiutano di diventare adulti.