Prima che arrivasse Renzi
Europa ricostruisce la storia dei tentativi di rinnovamento del PD nati dopo la candidatura di Ivan Scalfarotto del 2005 e di quando incontrarono l'uomo giusto
Su Europa, Giovanni Cocconi ha raccolto i racconti di un gruppo di partecipanti a una riunione che nel 2009 a Riotorto – vicino a Piombino – mise insieme gli allora giovani sforzi per un rinnovamento del Partito Democratico che negli ultimi giorni sembrano essere arrivati a un primo risultato, con l’elezione a segretario di Matteo Renzi. A quella riunione partecipò anche Renzi, e Cocconi ricostruisce cosa successe dopo (c’entra anche il Post).
Esiste davvero una generazione Leopolda? «Caro Pippo, non l’avremmo mai detto che in pochi anni la Leopolda sarebbe stata maggioranza nel Partito democratico». Domenica sera a Firenze, all’inizio del suo discorso della vittoria, Matteo Renzi ha reso omaggio al vecchio amico Pippo Civati, suo avversario alle primarie, e alla convention che lanciarono insieme quattro anni fa. Un’esperienza che ha segnato la politica italiana e che è vissuta come l’appuntamento simbolico di una generazione. Come ha detto Renzi «ora tocca a noi».
Renzi e Civati si erano conosciuti nell’aprile del 2009 a Piombino. Li aveva presentati Luca Sofri, allora non ancora direttore del Post, a una due giorni da molti considerata il vero incubatore della Leopolda, il punto di arrivo e di partenza di un po’ di cose che erano successe prima e succederanno dopo. Se dobbiamo cercare le tracce della generazione Leopolda forse dobbiamo tornare a Piombino.
La fotografia di Piombino
Esiste una fotografia della due giorni toscana, scattata da Luca Sofri, che rappresenta il ritratto di quel gruppo di trenta-quarantenni. C’è Ivan Scalfarotto, oggi vicepresidente e deputato del Pd, c’è Civati, ci sono il governatore del Friuli Debora Serracchiani e Marianna Madia, oggi entrambe nella segreteria di Renzi. E poi ancora, Marco Simoni, capo segreteria del viceministro dello Sviluppo economico, i parlamentari Irene Tinagli (Scelta civica) e Sandro Gozi (Pd) ma anche Paola Concia, Marta Meo e molti altri. Non c’è Matteo Renzi (che arrivò da Firenze e restò solo un pomeriggio) e forse non è un caso, come vedremo.Il giorno dopo Piombino, sul Riformista, Andrea Romano, oggi capogruppo di Scelta civica alla camera, scrisse un articolo fondamentale. Titolo: «Ho visto il futuro leader del Pd». Merita di essere citato quasi per intero: «La parola chiave è contendibilità… La contendibilità del Pd è stata l’immagine che mi ha convinto del successo del seminario di Piombino, promosso da un gruppo di parlamentari e dirigenti del partito che evitano con cura di definirsi “giovani”». E ancora: «Mentre ascoltavo queste e altre riflessioni mi dicevo che con ogni probabilità tra quei cinquanta era seduto il prossimo leader del Partito democratico. Non è tanto interessante fare oggi qualche nome (se non quello degli assenti, perché nessuno tra i presenti faceva parte dell’attuale segreteria di Franceschini), quanto piuttosto sapere che da qualche parte in questo disastrato Partito democratico c’è qualcuno che ha cominciato a porre la questione di un cambio di timone che nasca dalle idee della politica e non dagli accordi preconfezionati di una famiglia in disarmo».
– Luca Sofri: Piombino, 2009