Le nuove regole della Formula 1
Il prossimo campionato dovrebbe essere più combattuto, in teoria, per via di alcune pesanti modifiche al regolamento: punti doppi all'ultimo gran premio, per esempio
La prossima stagione di Formula 1 – che comincerà il 16 marzo in Australia e si chiuderà il 23 novembre ad Abu Dhabi – è probabilmente la più attesa degli ultimi anni: una serie di pesanti modifiche al regolamento tecnico potrebbero, almeno teoricamente, rendere più avvincenti le gare e un po’ più incerto l’esito del Mondiale (la squadra Red Bull e il pilota tedesco Sebastian Vettel hanno vinto consecutivamente, e senza particolari difficoltà, tutti i titoli in palio negli ultimi quattro anni). Le modifiche erano già state definite e pianificate da tempo dalla FIA, la Federazione Internazionale dell’Automobile, organizzatrice del Mondiale di F1 e di alcune tra le più importanti competizioni motoristiche del mondo.
Le modifiche sostanziali più importanti – che la FIA impone in nome della riduzione dei costi e della maggiore sicurezza per i piloti – riguardano sia i motori che la struttura esterna delle macchine, quella che determina la resistenza che le macchine in corsa oppongono ai flussi d’aria, una cosa che in gergo motoristico viene solitamente sintetizzata con la parola “aerodinamica” e che ha molto influito sui risultati sportivi degli ultimi vent’anni di Formula 1 (proprio per questo si sente spesso dire che motori e pilota contavano di più allora, mentre oggi il progettista aerodinamico ha un ruolo fondamentale).
Cilindrata e motori
La modifica più rilevante è anche quella meno visibile dall’esterno: per ridurre i costi e i consumi i motori avranno una cilindrata inferiore (dagli attuali 8 cilindri da 2400 cm³ si passerà ai 6 cilindri da 1600 cm³) e il regime massimo scenderà da 18 mila a 15 mila giri. Significa che sentiremo rombi meno forti, ma non è detto che vadano tutti più piano: i motori saranno “turbo” – in pratica più potenti – e la potenza del motore persa con il taglio complessivo dei cavalli (da 750 a 600) sarà parzialmente recuperata grazie a un nuovo meccanismo che permetterà di convertire e riutilizzare l’energia cinetica prodotta e accumulata in fase di frenata. Per capirci, non è troppo diverso dal sistema utilizzato su certe macchine ibride da strada: una batteria viene caricata a ogni giro utilizzando l’energia dispersa dai freni.
Un dispositivo simile c’era già: fino all’anno scorso si chiamava Kers, ma dal prossimo anno sarà l’Ers (Energy Recovery System), che è un po’ diverso perché sfrutterà anche l’energia termica generata dal nuovo tipo di motore. L’Ers – incorporato nel motore stesso – fornirà una potenza extra ridistribuita automaticamente per 33 secondi al giro (mentre il vecchio dispositivo, il Kers, veniva azionato manualmente dal pilota e non poteva rilasciare energia per più di 7 secondi al giro).
Una cosa che non vedremo più sarà quel gesto che i piloti facevano roteando il dito, per chiedere al meccanico di avviare il motore: finora il motore veniva avviato tramite un dispositivo esterno gestito da un meccanico, mentre dal 2014 il pilota avrà nell’abitacolo un bottone per farlo da sé. Un’altra cosa che non sentiremo – per chi guarda le gare dal vivo – sarà il suono molto forte delle auto quando entrano nella corsa dei box: dal 2014 le macchine potranno procedere in quella corsia soltanto in modalità elettrica, sfruttando l’energia fornita dall’Ers.
Aerodinamica
Esteticamente le macchine saranno abbastanza diverse da quelle del 2014, ma chi si è perso molte puntate e non guarda le gare da qualche anno non noterà una grandissima differenza. In sostanza l’ala anteriore sarà più stretta e il muso della macchina sarà molto più basso, obbligatoriamente per tutti (finora, in quella parte della macchina, i progettisti avevano più libertà). Per i piloti – che guidano le Formula 1 praticamente da sdraiati – significa soprattutto che le gambe saranno in una posizione ancora più bassa rispetto a prima.
Punteggi
Lunedì 9 dicembre la FIA ha anche comunicato una serie di modifiche aggiuntive al regolamento sportivo. Nell’ultima gara della stagione (il Gran Premio di Abu Dhabi del 23 novembre) saranno assegnati punti doppi rispetto al solito: il pilota che vince – al quale normalmente vengono assegnati 25 punti – guadagnerà 50 punti in classifica, il pilota che arriva secondo – che normalmente ne prende 18 – ne guadagnerà 36, e così via per tutti gli altri piloti classificati (in Formula 1 vengono assegnati punti dal primo fino al decimo pilota classificato al termine della gara). Nelle intenzioni della FIA questa regola dovrebbe tenere in sospeso l’esito del mondiale fino alla fine e mantenere alto l’interesse degli spettatori. Se questa regola fosse stata utilizzata già da anni, per esempio, il ferrarista Felipe Massa avrebbe vinto il Mondiale 2008 (nella realtà vinto da Lewis Hamilton sulla McLaren) e il ferrarista Fernando Alonso avrebbe vinto il Mondiale 2012 (nella realtà vinto da Vettel sulla Red Bull).
Proprio il campione del mondo Sebastian Vettel ha già criticato questa nuova regola, obiettando che il pilota più forte e più costante durante le gare precedenti sarebbe fortemente penalizzato da una diversa assegnazione dei punti nella gara finale.
Numeri
Infine la FIA ha introdotto un nuovo sistema di assegnazione dei numeri che ciascun pilota ha sulla macchina: finora il numero dipendeva dal piazzamento del pilota nella stagione precedente, mentre dal 2014 ogni pilota potrà scegliere un suo numero personale – dal 2 al 99 – che si porterà dietro per tutta la carriera su ogni diversa macchina che guiderà. Soltanto al pilota che vince il mondiale – a cui storicamente viene assegnato il numero 1 – sarà data la possibilità di scegliere se tenere il numero 1 o sceglierne un altro. E se due piloti scelgono lo stesso numero? La prima scelta spetterà al pilota che nella stagione precedente si è classificato prima dell’altro.
Fernando Alonso durante un pit stop nel Gran Premio di Abu Dhabi, il 3 novembre 2013 (Photo by Getty Images)