Un mese dopo il tifone Haiyan, su Instagram
Le fotografie scattate da Kevin Frayer di Associated Press nelle zone delle Filippine distrutte dalla tempesta
A un mese di distanza dal passaggio del tifone Hayian, il più potente che abbia mai toccato la terraferma secondo diversi centri meteorologici, in molte province delle Filippine la situazione continua a essere critica. La grande perturbazione ha distrutto intere porzioni di costa con i suoi venti fortissimi, le piogge copiose e le inondazioni dovute al mare grosso. Si stima che solo nelle Filippine Hayian abbia causato la morte di oltre 5.900 persone e che ci siano ancora decine di persone disperse.
La città di Tacloban, nella provincia orientale di Leyte, è stata quasi completamente distrutta dal tifone. Nei giorni subito dopo il passaggio della tempesta, numerosi fotografi si sono recati nella zona per raccontare il livello di distruzione e di devastazione. I loro lavori hanno contribuito a fare conoscere l’emergenza umanitaria delle Filippine in giro per il mondo, alla quale hanno risposto decine di paesi con lo stanziamento di mezzi di soccorso e aiuti economici.
Il fotografo canadese di Associated Press Kevin Frayer ha visitato la zona di Tacloban un paio di volte dal giorno del tifone a oggi. Su Instagram, il servizio per pubblicare e condividere fotografie con filtri artistici dal proprio smartphone, ha realizzato una raccolta di immagini scattate nelle Filippine, mostrando come vivono da settimane migliaia di persone, tra i detriti e ciò che resta delle loro case e baracche.
Spiega Frayer:
Fotografare con uno smartphone ha naturalmente le sue controindicazioni – non funziona un granché in scarse condizioni di luce – ma consente di scattare foto con più discrezione. Molti ripetitori telefonici sono stati danneggiati o distrutti, ma anche nei primi giorni dopo il tifone ho potuto trovare zone con copertura limitata da cui caricare le mie immagini.
Frayer dice di essere rimasto sorpreso dall’ospitalità dei filippini nei suoi confronti, nonostante le condizioni in cui si trovassero al suo arrivo nel paese. Ha visto decine di persone alla ricerca di foto di famiglia tra le rovine, in fila per avere un po’ di aiuto dalle autorità e sempre disponibili a dare una mano al loro vicino. “Tutto questo ha rivelato molto sulla capacità di ripresa dell’uomo”.