Il complottismo fa male
Per prima cosa alla democrazia, spiega Enrico Deaglio su Repubblica
Domenica 8 dicembre, su Repubblica, Enrico Deaglio prende spunto da una ricerca dell’università di Cambridge – secondo cui le teorie del complotto e la sfiducia che generano nelle istituzioni siano uno dei maggiori pericoli che oggi corrono le democrazie – per elencare molte teorie complottiste diffuse oggi e per spiegare perché sono dannose.
Riusciranno le democrazie a sopravvivere nel prossimo futuro? Fosche previsioni vengono dagli accademici dell’università di Cambridge, Inghilterra. Secondo loro, i regimi democratici sono seriamente minacciati, prima ancora che dal terrorismo islamico o dalla evidenza di crescenti disparità sociali, da una insidiosa malattia che toglierà loro credibilità e fiducia, la “complottocrazia”, terribile neologismo nutrito dalle più svariate “teorie del complotto”. Sia che si parli dell’11 settembre, del cambiamento climatico, del potere delle banche, queste teorie ci spiegano che gli attuali governi (democratici) sono in realtà soltanto marionette manovrate da una potete organizzazione segreta, un gigantesco complotto, un “nuovo ordine mondiale” in grado di spiare le nostre vite, di spargere malattie, fomentare guerre, affamare il pianeta; tutto allo scopo di mantenere il proprio potere economico e finanziario. Secondo il professor David Runciman, che guida un team di professori di Cambridge, la forza demolitrice della “complottocrazia” è moltiplicata da Internet, usa armi spregiudicate, argomenti insidiosi, e fa già ora sentire il suo peso nella politica quotidiana. Come a dire, il tarlo è al lavoro e i nuovi Hitler sono già tra noi.
(Continua a leggere sul sito della rassegna stampa dell’Istituto Treccani)