La nuova Costituzione in Egitto
Per ora è ancora una bozza, sostituirà quella adottata dal presidente deposto Morsi e servirà un referendum: dà ampi poteri ai militari e penalizza i Fratelli Musulmani
Domenica 1 dicembre l’assemblea costituente dell’Egitto ha approvato una bozza della nuova Costituzione: il nuovo testo sostituirà il precedente, di orientamento fortemente islamista, adottato nel dicembre 2012 dal governo del deposto presidente Mohamed Morsi. L’assemblea era stata nominata lo scorso settembre e il suo lavoro era considerato il primo passo della “transizione democratica” promossa dal governo ad interim presieduto da Adli Mansur e succeduto a quello del movimento politico-religioso dei Fratelli Musulmani di Morsi. Il presidente dell’assemblea costituente, l’ex capo della Lega Araba Amr Moussa, ha detto che la bozza della Costituzione sarà presentata martedì al presidente Mansur. Per entrare in vigore, comunque, la bozza dovrà essere approvata da un referendum che si terrà tra dicembre 2013 e gennaio 2014, in una data che ancora deve essere fissata.
Come era ampiamente prevedibile, la bozza della nuova Costituzione dà ampi poteri ai militari e penalizza i Fratelli Musulmani. Nel testo vengono mantenuti i privilegi già attribuiti alle forze di sicurezza dai giorni successivi al colpo di stato contro Morsi del 3 luglio scorso: tra i più importanti c’è la possibilità per il Consiglio Supremo delle Forze Armate di scegliere il ministro della Difesa in carica per due mandati presidenziali consecutivi, a partire dalla data di ratifica della Costituzione. Inoltre l’esercito potrà continuare a giudicare i civili nei tribunali militari, una delle cose più contestate dagli attivisti per i diritti umani egiziani e internazionali.
La bozza conferma la sharia come base del sistema legislativo egiziano, come faceva la Costituzione dei Fratelli Musulmani. A differenza della Costituzione del 2012, però, la bozza mette al bando i partiti politici basati sulla religione (misura diretta contro i Fratelli Musulmani) e si riferisce alla libertà di credo come un principio «assoluto», ancora soggetto però alle leggi dello Stato. Un po’ inaspettatamente, scrive BBC, nel testo non è presente l’articolo che doveva stabilire le date precise per le prossime elezioni parlamentari e presidenziali, le prime dopo la deposizione di Morsi. Si dà invece facoltà al presidente Mansur di decidere quale delle due tenere prima, col solo limite che le prime elezioni dovranno iniziare almeno 30 giorni dopo l’adozione della Costituzione e le seconde dovranno tenersi nei successivi 6 mesi.
Secondo diversi analisti questa mossa dovrebbe favorire il generale Abdul Fattah al-Sisi, attuale ministro della Difesa, uomo più potente d’Egitto e probabile candidato alle prossime presidenziali. I Fratelli Musulmani hanno rifiutato la bozza della nuova Costituzione e hanno organizzato diverse manifestazioni in piazza Tahrir, al Cairo, per protestare contro quello che definiscono un tentativo di “distorcere la legittima Costituzione dell’Egitto”.
La Costituzione dei Fratelli Musulmani del 2012 era stata approvata con una larga maggioranza, anche se grazie a un voto che aveva fatto registrare un’affluenza molto bassa. Il suo testo era stato scritto da una commissione fatta praticamente solo da islamisti ed era stato criticato molto dai liberali, dai laici e dai cristiani copti dell’Egitto. Una situazione simile, anche se invertita nei ruoli, si è verificata con la commissione istituita dai militari per redigere la bozza della nuova Costituzione: tra i membri dell’assemblea hanno partecipato solo pochi islamisti e cinque donne, mentre la stragrande maggioranza si è dimostrata molto vicina al nuovo regime.
L’approvazione di una nuova Costituzione è stata al centro della lotta politica egiziana dalla deposizione dell’ex presidente Hosni Mubarak, circa tre anni fa. Diversi esperti giudicano la nuova bozza come una versione rivista della Costituzione del 1971, voluta dall’ex presidente Anwar al-Sadat e usata come fondamento per la repressione politica nei decenni a seguire. Secondo Nabil Abdelfattah, consigliere legale del think tank egiziano Ahram Center for Political and Strategic Studies, si tratta comunque di un passo avanti rispetto al testo del 2012, anche se ancora con parecchi problemi.
Foto: membri dell’assemblea costituente egiziana si preparano a votare la nuova Costituzione al Consiglio della Shūra al Cairo, 30 novembre 2013 (GIANLUIGI GUERCIA/AFP/Getty Images)