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  • Lunedì 2 dicembre 2013

La lettera di Napolitano al presidente della regione Toscana sull’incendio a Prato

Il presidente della Repubblica ha chiesto di superare la condizione insostenibile di «illegalità e sfruttamento» diffusa nelle aziende tessili della città toscana

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse
04-11-2013 Roma
Politica
Altare della Patria - Celebrazione 4 novembre
Nella foto: Giorgio Napolitano
Photo Mauro Scrobogna /LaPresse
04-11-2013 Rome
Politics
Altare della Paria - celebration of the 4th of november
In the picture: Giorgio Napolitano
Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 04-11-2013 Roma Politica Altare della Patria - Celebrazione 4 novembre Nella foto: Giorgio Napolitano Photo Mauro Scrobogna /LaPresse 04-11-2013 Rome Politics Altare della Paria - celebration of the 4th of november In the picture: Giorgio Napolitano

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato una lettera al presidente della giunta regionale Toscana, Enrico Rossi, riguardo l’incendio nella zona industriale del Macrolotto di Prato, in Toscana, che domenica 1 dicembre ha causato la morte di sette persone. Nella lettera, che è stata pubblicata sul sito del Quirinale, Napolitano chiede che vengano presi dei provvedimenti anche a livello nazionale per affrontare la situazione di grave illegalità e sfruttamento ormai molto diffusa nella città toscana.

«Indirizzo, suo tramite, ai rappresentanti della comunità cinese e alla città di Prato l’espressione dei miei sentimenti di umana dolorosa partecipazione per le vittime della tragedia del rogo che ha distrutto un opificio cinese, suscitando orrore e compassione in tutti gli italiani.

Condivido la necessità da lei posta con forza di un esame sollecito e complessivo della situazione che ha visto via via crescere a Prato un vero e proprio distretto produttivo nel settore delle confezioni, in misura però non trascurabile caratterizzato da violazione delle leggi italiane e dei diritti fondamentali dei lavoratori ivi occupati.

Al di là di ogni polemica o di una pur obbiettiva ricognizione delle cause che hanno reso possibile il determinarsi e il permanere di fenomeni abnormi, sollecito a mia volta un insieme di interventi concertati al livello nazionale, regionale e locale per far emergere da una condizione di insostenibile illegalità e sfruttamento – senza porle irrimediabilmente in crisi – realtà produttive e occupazioni che possono contribuire allo sviluppo economico toscano e italiano.»