Dove saranno distrutte le armi chimiche siriane
A bordo di una nave americana e in acque internazionali, almeno le più pericolose: le altre saranno smantellate da società private
Sabato 30 novembre Ahmet Üzümcü, il direttore dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (l’OPCW, che quest’anno ha vinto il Nobel per la pace), ha annunciato che i componenti più pericolosi dell’arsenale chimico del regime siriano saranno distrutti a bordo di una nave americana. Questi componenti saranno portati fuori dai confini siriani entro il 31 dicembre 2013.
L’operazione sarà svolta a bordo di una nave cargo americana che in questi giorni sta venendo preparata per svolgere il compito. Secondo diverse agenzie di stampa, potrebbe trattarsi dell’USNS Cape Ray, una nave per trasporto veicoli lunga 197 metri.
Üzümcü ha anche annunciato che sono già state individuate altre 800 tonnellate di componenti chimici che dovranno essere distrutti. Alcuni di questi sono comuni componenti per uso industriale. Questi materiali, che non sono considerati “prioritari” come quelli che andranno a bordo della Cape Ray, saranno distrutti da alcune società private. La soluzione è stata necessaria dopo che tutti gli stati a cui è stato richiesto formalmente (nelle scorse settimane si era parlato di Norvegia e Albania) si sono rifiutati di procedere allo smaltimento dei materiali sul loro territorio.
Üzümcü ha fatto sapere che 35 società si sono già offerte e l’OPCW sta valutando quali possano essere le più adatte per l’operazione, che dovrebbe costare tra i 40 e i 50 milioni di dollari. Ha invitato gli stati membri dell’OPCW ad affrettarsi a versare i contributi promessi al fondo speciale aperto per pagare la distruzioni dell’arsenale chimico siriano. Il materiale non prioritario, secondo la tabella di marcia stabilita dall’OPCW, dovrebbe essere rimosso dalla Siria entro il 5 febbraio 2014 e successivamente distrutto. Il termine entro il quale l’intero arsenale chimico del regime di Assad dovrebbe venire eliminato è la metà del 2014.
In questi giorni sono stati divulgati numerosi dettagli logistici su come verranno distrutti i materiali considerati prioritari. Nelle prossime settimane verranno immagazzinati in Siria, nel porto di Latakia, e quindi trasportati a bordo della Cape Ray, che si troverà nel Mediterraneo, fuori dalle acque territoriali siriane. Il trasporto a Latakia deve ancora avvenire e potrebbe essere ritardato da eventi imprevedibili, come ad esempio la chiusura della strada Homs-Damasco a causa dei combattimenti.
Nel frattempo la Cape Ray sta venendo preparata per ospitare un macchinario chiamato “Field Deployable Hydrolysis System” (“sistema da campo per l’idrolisi”). Si tratta di un sistema sviluppato dal Pentagono che utilizza un reattore di titanio, con acqua ad alte temperature e componenti chimici per rendere inoffensivi i materiali più pericolosi. Due di questi sistemi dovrebbero venire montati a bordo della nave.
Secondo le fonti che hanno rivelato i dettagli di questa operazione, il sistema non è mai stato testato sul campo. Üzümcü ha dichiarato che gli Stati Uniti si occuperanno di tutti gli aspetti logistici e copriranno interamente i costi dell’operazione.