La circoncisione di massa in Ruanda
Sarà realizzata su 700 mila uomini adulti entro il 2016 con metodi non chirurgici, per prevenire la trasmissione dell'HIV
Il Ruanda ha lanciato una campagna nazionale per circoncidere 700 mila uomini, nel tentativo di contenere l’infezione da HIV: è il primo paese al mondo ad avere attuato una simile strategia su vasta scala. Nel 2007 infatti l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e l’UNAIDS hanno provato che la circoncisione maschile riduce il rischio di trasmettere o contrarre l’HIV tra persone eterosessuali di circa il 60 per cento. Il progetto del Ruanda è sostenuto dall’OMS.
Il ministro della Salute ruandese Agnes Binagwaho ha detto che «l’obiettivo è di circoncidere 700 mila uomini adulti tra i 15 e i 49 anni» entro la fine del 2016. L’operazione sarà condotta non chirurgicamente bensì attraverso uno strumento di plastica chiamato PrePex: è costituito da due anelli e una fascia elastica che interrompono l’irrorazione di sangue al prepuzio, che a quel punto si raggrinzisce e viene rimosso con la fascia elastica dopo una settimana. Il PrePex – che è prodotto da un’azienda israeliana ed è già utilizzato in Botswana, Kenya, Mozambique, Sudafrica, Uganda, Zambia e Zimbabwe – è stato progettato per facilitare la circoncisione, che non ha quindi bisogno di nessun tipo di operazione, anestesia o suture. I suoi produttori spiegano che dopo averlo applicato, operazione che richiede cinque minuti, «si può riprendere il lavoro e quasi tutte le attività quotidiane». Una volta rimosso è necessario astenersi dai rapporti sessuali per sei settimane. Il costo di un PrePex è circa 15 euro. In Ruanda vivono circa 12 milioni di persone, di cui circa 210 mila infette da HIV: il tasso di adulti con l’HIV è pari al 2,9 per cento, uno dei più bassi in tutta l’Africa.
Il ministro della Salute ruandese Agnes Binagwaho (Shannon Jensen/AFP/Getty Images)