La grande manifestazione in Ucraina
Più di 100mila persone stanno manifestando a Kiev contro la decisione del governo di non firmare un importante accordo con l'Unione Europea: ci sono scontri
Nel pomeriggio di domenica 24 novembre più di 100mila persone hanno iniziato a manifestare a Kiev, la capitale dell’Ucraina, contro la decisione del governo di non concludere l’importante accordo di libero scambio con i paesi dell’Unione europea. Alla manifestazione ha aderito rapidamente anche l’opposizione del Partito delle Regioni del presidente Viktor Yanukovych, la forza politica maggioritaria del paese: i capi dell’opposizione hanno detto alla stampa che si tratta della più grande manifestazione che si è tenuta in Ucraina dai tempi della Rivoluzione Arancione del 2004.
Diverse manifestazioni minori si erano già tenute a Kiev nei giorni scorsi, ma mai di queste dimensioni. Il concentramento più importante è in corso a Piazza Europea, dove migliaia di persone hanno portato con loro manifesti e cartelli con scritti slogan come: «Voglio vivere in Europa», oppure «L’Ucraina è parte dell’Europa». Nel pomeriggio ci sono stati degli scontri tra manifestanti, che hanno cercato di rompere i cordoni di sicurezza delle forze dell’ordine, e polizia, che ha risposto con il lancio di lacrimogeni.
Il 21 novembre il governo ucraino aveva deciso di sospendere il processo di preparazione per la firma dell’accordo con l’UE – firma che sarebbe dovuta avvenire il 28 e 29 novembre durante la riunione in programma tra Ucraina e paesi dell’UE a Vilnius, in Lituania. La decisione è arrivata dopo mesi di grandi discussioni tra maggioranza e opposizione su temi legati per lo più alla posizione internazionale del paese: come è successo negli ultimi anni, il punto per l’Ucraina rimane quello di decidere se stare dalla parte dell’Unione Europea o dalla parte della Russia, da cui il paese dipende per le importazioni di gas. Il governo di Mosca ha adottato di recente atteggiamenti molto aggressivi per convincere l’Ucraina a rinunciare alla firma dell’accordo con l’UE, e sta cercando di includere il governo ucraino in una propria unione doganale, i cui vantaggi economici sono comunque molto inferiori a quelli di cui potrebbe beneficiare l’Ucraina collaborando con l’Europa.
La questione dell’accordo con l’UE si è intrecciata nelle ultime settimane con le richieste europee di scarcerazione dell’ex primo ministro del paese, Yulia Tymoshenko, in prigione dall’agosto del 2011 con l’accusa di abuso di potere. L’UE aveva vincolato la sua disponibilità a concludere l’accordo di associazione con l’Ucraina a un’eventuale liberazione di Tymoshenko.
In effetti fino a poche settimane fa sembrava che il presidente Yanukovych fosse disposto ad accettare le richieste europee: il 18 ottobre disse che era imminente l’approvazione da parte del parlamento ucraino di una legge che avrebbe dovuto permettere la liberazione di Tymoshenko, che sarebbe potuta così andare all’estero per farsi curare un problema serio alla colonna vertebrale. Dopo avere sospeso una prima volta la votazione di questa legge, il 21 novembre il parlamento ucraino l’ha bocciata, con la decisiva astensione del Partito delle Regioni di Yanukovych.