È iniziato il Torino Film Festival
Il direttore, Paolo Virzì, ha raccontato sulla Stampa come sarà la 31esima edizione
Dal 22 al 30 novembre si terrà la 31esima edizione del Torino Film Festival, che quest’anno verrà diretto da Paolo Virzì, regista nonché blogger del Post.
Durante il festival saranno presentati 185 film selezionati tra i 4000 visionati: 46 sono anteprime mondiali. Alla serata di apertura, venerdì, sarà proiettato nell’Auditorium Agnelli al Lingotto Last Vegas, diretto da Jon Turteltaub, con Michael Douglas, Robert de Niro e Morgan Freeman. Il film uscirà in Italia nel gennaio del 2014. La serata di chiusura terminerà invece con Grand piano del regista spagnolo Eugenio Mira, con Elijah Wood e John Cusack, che uscirà in Italia all’inizio del 2014. Entrambi gli eventi saranno trasmessi anche in streaming.
I film in concorso sono 14, tra cui l venezuelano Pelo Malo e La mafia uccide solo d’estate, il primo film del presentatore televisivo Pif. Tra gli altri saranno presentati fuori concorso Enough Said, l’ultima apparizione cinematografica di James Gandolfini – famoso soprattutto per aver interpretato Tony Soprano nei Sopranos; La sedia della felicità di Carlo Mazzacurati, che ha ricevuto il Gran Premio Torino. Luca Sofri, peraltro direttore del Post, farà parte, insieme ad Altan e Diego Bianchi, della giuria del Premio Cipputi, che sceglierà tra otto il miglior film sul mondo del lavoro, e c’è anche un premio della Scuola Holden alla migliore sceneggiatura. La locandina – che raffigura una vista notturna di Torino, la scena di un bacio, e una donna con un bambino per mano – è stata disegnata da Gipi.
«Rischiamo di inaugurare con la neve, come neanche a Berlino. Non possiamo non vederlo come uno di quei segni che un regista è abituato ad accogliere a braccia aperte. Un po’ di magia alpina per battezzare questa trentunesima edizione. In fondo il cinema è l’arte del saper cogliere al volo le occasioni, una luce interessante, la commozione di un attore. E l’occasione di mettere il naso nell’officina di un festival come quello di Torino è stata subito irresistibile. Una specie di Paese dei Balocchi, dove invece di crescerti le orecchie da somaro ti si allarga lo sguardo, e in un certo senso anche il cuore. Puoi fare anche il gioco di entrare in una sala a caso e sei sicuro di non beccare mai – mai – una fregatura, perché dietro questo appuntamento annuale dedicato al cinema c’è un gruppo di lavoro cresciuto negli anni di qualità straordinaria, che ha avuto anche il privilegio insolito di esser guidato almeno in un paio di occasioni da cineasti carismatici e ostinatamente innamorati delle cose belle»
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Foto: La Presse