Sardegna, i danni dell’alluvione
Le ultime: sono stati celebrati i funerali di alcune delle 16 persone morte a causa delle inondazioni, mentre si cerca ancora un disperso e ci sono oltre 1400 sfollati
Mercoledì 20 novembre sono proseguiti i lavori di soccorso e assistenza in Sardegna nelle aree più danneggiate dall’alluvione, causata dal passaggio di una grande perturbazione che ha portato piogge copiose e forti venti sull’isola. Le inondazioni, dovute in buona parte dallo straripamento di fiumi e torrenti, hanno causato la morte di 16 persone in un’ampia porzione di territorio, che comprende in particolare la zona di Olbia e le province di Nuoro ed Oristano. In totale le persone evacuate risultano essere ancora oltre 1.400, dice la protezione civile regionale: molte di queste non possono rientrare nelle loro abitazioni perché sommerse dall’acqua e danneggiate.
Nel pomeriggio di martedì il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, aveva riferito alla Camera sulla situazione in Sardegna spiegando che i morti erano 18. La cifra è stata rivista nella serata, quando è stato trovato un allevatore dato per disperso a Torpé, in provincia di Nuoro. Il bilancio è quindi di 16 persone morte e si è ancora alla ricerca di una persona dispersa. Il maggior numero di morti si è verificato nell’area di Olbia, dove sono stati trovati i corpi di 13 persone. Due morti sono state accertate in provincia di Nuoro e una in provincia di Oristano.
Oggi pomeriggio al Geopalace di Olbia sono stati celebrati i funerali per alcune delle persone morte a causa dell’alluvione. Nella mattina si sono tenuti i funerali a Tempio Pausania di tre altre persone.
Oltre a occuparsi degli sfollati, nelle ultime ore vigili del fuoco, forze dell’ordine e protezione civile hanno tenuto sotto controllo due dighe: una a Maccheronis, nelle vicinanze di Torpé, e l’altra lungo il fiume Cedrino in località Pedra ‘e Othoni, vicino a Dorgali, altro comune interessato dall’alluvione in provincia di Nuoro. I livelli dell’acqua sono stati controllati per verificare che la forte pressione non causasse danni alle due dighe.
Negli ultimi due giorni i vigili del fuoco hanno condotto circa 600 interventi per rispondere alle emergenze e dare soccorso alla popolazione. In alcuni casi gli interventi sono stati rallentati dalle strade poco praticabili perché rimaste danneggiate dall’alluvione. L’ANAS ha dovuto chiudere al traffico diverse strade a causa delle frane e degli allagamenti. Tra quelle ancora chiuse in alcuni tratti ci sono la SS 125 Orientale, la SS 131 e la SS 389. Le ferrovie stanno ripristinando progressivamente i loro servizi, ma ci sono ancora ritardi e collegamenti da ripristinare.
Si cerca ancora l’ultima persona che risulta dispersa: è un agricoltore originario di Bitti, nella provincia di Nuoro, che si pensa sia scomparso nella zona di Onanì durante le forti piogge e le inondazioni di lunedì.
Martedì il Consiglio dei ministri ha approvato lo stanziamento di 20 milioni di euro per la gestione dell’emergenza in Sardegna. Le amministrazioni locali potranno avviare la ricostruzione senza particolari vincoli legati al patto di stabilità, come avviene di solito nelle zone dove è dichiarato lo stato di emergenza nazionale. Nel pomeriggio, il presidente del Consiglio Enrico Letta ha partecipato a una riunione a Olbia con gli amministratori locali e il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli.
La perturbazione che ha causato l’alluvione in Sardegna si è intanto spostata verso est. Nelle ultime ore ha interessato diverse zone della Calabria, a partire dalla provincia di Catanzaro dove si sono verificate frane e diversi allagamenti che hanno portato alla chiusura di alcune strade. Le previsioni meteorologiche parlano anche di un peggioramento sul Lazio, dove sono previste piogge intense con forti raffiche di vento. A Roma si tiene sotto controllo il livello del Tevere, ma per ora non ci sono notizie di particolari criticità. La protezione civile nel suo ultimo bollettino ha compreso diverse regioni in cui si potrebbero verificare piogge e temporali con forti venti: Sicilia, Campania, Basilicata e Calabria.