Joe Falchetto e gli altri
Tutti i travestimenti, imitazioni e interpretazioni di Snoopy, raccolti in un nuovo libro, compresi avvoltoi, punk e John McEnroe
Tra le moltissime storie che coinvolgono i personaggi dei Peanuts – la striscia a fumetti creata nel 1950 dal disegnatore americano Charles Schulz e pubblicata quotidianamente dal Post – c’è un filone che è durato per tutta la vita della serie, ed è quello delle immaginarie interpretazioni di Snoopy, il bracchetto con attitudini molto umane e un’alta considerazione di sé e delle proprie duttilità. Snoopy è notoriamente l’Asso della I Guerra Mondiale, il romanziere di “C’era una notte buia e tempestosa”, Joe Falchetto, e decine di altri personaggi: alcuni ricorrenti, altri apparsi anche solo per una striscia (compresi certi viventi, come i tennisti John McEnroe, Tracy Austin e John Newcombe, o altre celebrità da Beethoven a King Kong a Topolino). L’editore Baldini e Castoldi pubblica in un nuovo libro che esce il 4 dicembre un’antologia di moltissime di queste incarnazioni di Snoopy: si intitola “Uno, nessuno e centomila Snoopy“. Nell’introduzione Stefania Rumor – direttore della rivista italiana Linus, che pubblica da quasi mezzo secolo le strisce dei Peanuts – scrive:
Schulz aveva sentito subito il bisogno di inserire un cane nella sua striscia, cucciolo vero nel mondo dei cuccioli umani che stava costruendo: che Charlie Brown avesse un bracchetto di cui prendersi cura, così come Lucy aveva un fratellino, Schroeder un pianoforte, eccetera. Quando gli chie- devano perché, rispondeva semplicemente: “Mi ero accorto che c’erano molti cani nel vicinato e tutti davano l’impressione di essere assai più svegli dei bambini a cui appartenevano. Sembrava che i cani fossero capaci di tollerare tutte le sciocchezze combinate dai ragazzi, insomma ap- parivano molto più saggi. Questo fu uno dei temi iniziali di Snoopy, di cui mi sono servito per le sue innumerevoli variazioni. Snoopy rifiuta di cadere nella trappola delle cose banali, tipo andare a prendere e riportar bastoni e rifiuta la parte del cane fedele che fa le feste al padrone quando torna da scuola”.